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Il messaggio nascosto nel discorso di Re Carlo in Italia

Le citazioni di Dante e la Strage di Capaci? Lodevole. Ma la vera essenza dell’intervento di Sua Maestà è un’altra

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Tanto si è detto e ancor di più si è scritto sullo storico discorso, il primo in assoluto di un sovrano britannico in una seduta congiunta del Parlamento, pronunciato nelle scorse ore nell’aula di Montecitorio da Re Carlo III d’Inghilterra. Tuttavia, al di là dei riferimenti a Dante e Virgilio, dello spiccato senso dell’umorismo del monarca inglese, e del lodevole impegno da questi profuso nell’esprimersi correttamente in lingua italiana (probabilmente anche meglio di qualche parlamentare della Repubblica), esiste un aspetto cruciale, ad oggi (volutamente?) trascurato, su cui varrebbe la pena provare a soffermarsi.

Proviamo a farlo ponendoci un quesito: qual è la vera essenza del discorso pronunciato da Re Carlo, il reale significato del messaggio che il sovrano ha voluto far arrivare alla classe politica italiana? E adesso, proviamo pure a rispondere a tale interrogativo, ma non prima di aver fatto una doverosa premessa: nessuno dei vari riferimenti storici cui il monarca ha fatto cenno a Montecitorio è da considerarsi casuale, privo di opportuni risvolti politici e slegato da quel fine che la corona inglese ha inteso perseguire con la visita in Italia della coppia reale.

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Ciò detto, veniamo ai fatti storici, tre in particolare, citati nel suo discorso dal sovrano britannico, che, a ben vedere, racchiudono in sé tutto il nocciolo della questione: l’Unità d’Italia, la liberazione dal nazifascismo, e, da ultimo, la strage di Capaci. Tre eventi cruciali che hanno segnato, nel bene o nel male, la storia del Belpaese, cambiando drasticamente il corso degli eventi e i destini del popolo italiano.

Riferendosi ai primi due, l’Unità e la Liberazione, Carlo III, con le sue parole, ha chiaramente inteso rievocare e rivendicare il ruolo giocato da Londra in entrambe le vicende, decisivo al fine di indirizzare gli eventi nella “giusta direzione”. Un pò come a dire: è merito nostro se s’è fatta l’Italia, libera, unita e democratica, ed è sempre merito nostro se, dopo il Ventennio autoritario e il tragico epilogo del secondo conflitto mondiale, avete potuto affrancarvi dal nazifascismo e riacquistare la libertà perduta. Quanto, invece, alla strage di Capaci, anche in quel caso, c’è un messaggio velato che il monarca ha voluto far passare tra gli scroscianti applausi dell’aula di Montecitorio, che va ben al di là del semplice ricordo di Giovanni Falcone, e abbraccia l’intensa attività svolta in quegli anni in territorio italiano dagli apparati di intelligence d’oltremanica, che va dal caso Moro fino, appunto, alla stagione stragista di fine Prima Repubblica.

In estrema sintesi, quindi, il messaggio che il sovrano britannico ha consegnato al Parlamento è piuttosto chiaro: sin dalla sua nascita, il destino dell’Italia è legato a doppio filo a quello del Regno Unito, per cui, cari italiani, sappiate che per voi sarà impossibile recidere quel cordone che, da sempre, vi lega a Londra. A buon intenditor…

Salvtore Di Bartolo, 14 aprile 2025

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