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Il ministro della (D)Istruzione

Cari amici, il ministro dell’Istruzione Fioramonti si sta segnalando per il suo implacabile attivismo. Pronti, via. Non ha fatto a tempo a giurare che già rilascia un’intervista al Corriere della Sera in cui si dichiara in disaccordo col governo precedente su alcune scelte inerenti alla scuola. Peccato che, nel governo precedente, il vice di Bussetti all’istruzione fosse proprio lui: Fioramonti. Poi scatena una discussione infinita su un tema cruciale: tassare le merendine. Tutti a dirgli: ministro, è una cazzata. Non funziona. Colpisce le tasche dei meno ricchi. Altrove l’hanno cancellata. Niente, Fioramonti tira dritto e per giustificare la cazzata ne dice un’altra: “l’uomo più ricco d’Italia produce merendine”.

A Ferrero fischiano le orecchie. Invece di favorire chi produce in Italia, si studia una bella misura autolesionista, così, tanto per invitare a traslocare all’estero. Infine il capolavoro. Venerdì 27 settembre le scuole scioperano per l’ambiente e contro l’inquinamento. Interviene il ministro che scrive nero su bianco, in una circolare ai presidi, che le assenze degli scioperati devono essere giustificate dalla scuola. Il caso è senza precedenti, anche perché a detta di molti esperti è una norma molto dubbia. Tradotto: forse è irregolare. Il ministro dell’Istruzione avrebbe il dovere di riempire le aule, non di svuotarle. Se ritiene che l’ambientalismo non abbia adeguato risalto, lo faccia studiare: può dare al tema adeguato risalto nei programmi.

Alessandro Gnocchi, 26 settembre 2019