Orpo, v’immaginate De Sanctis a snocciolare una tale perla? Io no. Ma mi chiedo: siccome le merendine non danno dipendenza come le sigarette, e siccome i nostri pargoli la merenda a ricreazione devono farla, sennò collassano all’ora di lezione successiva, e siccome poi il ministro saprà sicuramente essere convincente sul danno che fanno le merendine, gli studenti faranno merenda con qualcosa che non è chiamata merendina e che, a dir del ministro, male non fa. Centrato l’obiettivo sul fronte salutista, rimane il fatto che però piangerà di conseguenza il piatto delle tasse: niente consumo di merendine, niente ricavi dalle tasse, niente nuove assunzioni. Ma io d’economia non ci capisco.
Concludo con una domanda che non riesco a tenermi: caro ministro, ma perché la merendina fa male? Alle elementari nel cestello o nella tasca del grembiule, quello nero col colletto bianco e fiocco blu, mia mamma infilava un ciocorì o un buondì, e le mamme dei miei compagni non erano da meno. Eravamo tutti felici. A quel tempo l’avremmo odiata, come si diceva spensieratamente, a morte.
Ps: Mi dicono che lei ce l’ha anche con le bibite gassate: ma perché? E con gli aerei, e su questo concordo con lei: senza di essi magari lei sarebbe ancora a Pretoria.
Franco Battaglia, 27 settembre 2019
https://www.nicolaporro.it/tassare-le-merendine-lideona-del-neoministro-dellistruzione/