L’emergenza Coronavirus non è solo sanitaria, ma anche economica. Tanti gli imprenditori, i piccoli commercianti e le partite Iva che mi scrivono per informazioni. Altrettanti quelli che si sentono abbandonati dallo Stato. Per questo, ho deciso di dar voce a questa parte del Paese spesso lasciata sola.
Sono un commercialista/consulente del lavoro e Le scrivo per portare alla Sua attenzione le numerose criticità che in questi giorni riscontro nel mio lavoro per le aziende e per i propri dipendenti. Almeno due sono molto importanti: la mancata sospensione dei pagamenti inerenti i rateizzi degli “avvisi bonari” (perché questa grave dimenticanza?) e le richieste di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria da parte delle aziende che sono state costrette a chiudere o di quelle che pur restando aperte hanno visto ridursi in maniera significativa i proprio incassi.
Ebbene, per fare un esempio, un’azienda che ricorre alla CigoCassa Integrazione Guadagni Ordinaria ha alle proprie dipendenze personale assunto a tempo pieno, part-time e apprendistato si vede costretta a presentare ben tre pratiche di cassa integrazione. Una per ogni categoria di lavoratori con notevole dispendio di tempo “prezioso” a danno degli stessi dipendenti che attendono preoccupati i sussidi dovuti. Senza tralasciare l’obbligatorietà di una preventiva consultazione sindacale con tutti i sindacati più rappresentativi, per giungere a un accordo con loro (altra inutile perdita di tempo).
Ma altro tempo “prezioso” si perde nel cercare l’accordo con gli stessi sindacati i quali stanno manifestando le seguenti richieste per sottoscrivere gli accordi: anticipazione della Cassa Integrazione da parte dell’azienda (anche quando l’azienda è chiusa e non ha incassi); maturazione per i periodi di cassa integrazione delle ferie e dei ratei di 13esima e 14esima (anche se la legge non lo prevede) o addirittura, in alcuni casi, la richiesta di iscrizione di dipendenti all’associazione sindacale (senza la quale non verrà sottoscritto l’accordo).
A tali richieste, telefonicamente (altra perdita di tempo), si cerca di far capire che in questa emergenza la richiesta di pagamento anticipato da parte dell’azienda suona come una presa in giro (se non ho incassi che cosa debbo anticipare?). Dopo varie spiegazioni, sentirsi dire da qualche sindacato “avete ragione ma abbiamo ricevuto direttive a non firmare accordi che prevedono il pagamento diretto da parte dell’Inps”… appare assurdo.
Tutto ciò senza star qui a dilungarsi sulle difficoltà tecniche e operative che difficilmente porteranno i lavoratori interessati a ottenere in tempi brevi (la prossima settimana, come dichiarato pubblicamente dai politici) i sussidi richiesti.
La domanda che mi pongo è: non era possibile, in questo delicato momento, prevedere strumenti più flessibili e modalità più snelle?
La ringrazio per l’attenzione.
Pino Di Matteo