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Il mistero del killer che sorride

L’omicidio del ceo di UnitedHealthcare Brian Thompson resta un mistero: la foto sorridente, il messaggio, il movente

Un mistero, un omicidio a sangue freddo, un uomo in fuga. Mercoledì Brian Thompson, CEO della divisione assicurativa di UnitedHealth, è stato assassinato ucciso a colpi di arma da fuoco fuori dall’hotel Hilton di New York. Un attacco mirato, non ci sono dubbi: un uomo a volto coperto lo ha aspettato fuori dall’albergo e gli ha sparato ripetutamente per poi fuggire verso est dalla 6th Avenue. Thompson, 50 anni, è stato colpito al petto e per lui non c’è stato niente da fare: nonostante la corsa al Mount Sinai Hospital, i sanitari non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.

Come confermato da Andrew Witty, CEO della società madre UnitedHealth Group, Brian Thompson avrebbe dovuto partecipare alla conferenza Investor Day presso il rinomato hotel. Parliamo di un punto di riferimento del mondo UnitedHealth Group, che lo accolse nel 1997 come manager nel campo industriale, medico e tecnologico, subito dopo essersi laureato in business administration all’Università dell’Iowa. Ha trascorso ventisette anni nella stessa azienda, scalando posizioni: da direttore del dipartimento sviluppo a vice presidente finanziario, poi presidente e infine Ceo della divisione assicurativa in una multinazionale con 140 mila dipendenti, al sesto posto nella classifica Fortune 500, che indica ogni anno l’elenco delle maggiori società negli Stati Uniti in base al loro fatturato. Quello di UnitedHealth era stato di 372 miliardi di dollari nel 2023. Non parliamo di uno sconosciuto, anzi.

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Perché questo agguato contro Brian Thompson? Questa è la principale domanda che si sono posti fin da subito gli investigatori, subito sulle tracce del sospettato descritto come un uomo bianco che indossava un giaccone color crema, una mascherina nera e scarpe da ginnastica bianche e nere. Con il passare delle ore sono emersi importanti dettagli sul conto del killer, al momento senza nome ma con un volto. Sì, perché l’assassino è stato immortalato da alcune delle diciottomila telecamere di sicurezza distribuite a New York e la polizia ha diffuso due foto affinchè la popolazione aiuti nella cattura o fornendo informazioni. Il sospettato appare a volto scoperto e senza la mascherina nera indossata per l’agguato e durante la fuga. In una delle due immagini pubblicate lo si vede sorridente. Perchè? Altro interrogativo a cui fornire una risposta: sapeva di essere ripreso? Un gesto di sfida nei confronti della polizia?

Come ricostruito dalle forze dell’ordine, sono almeno quattro i luoghi legati all’assassino di Brian Thompson. Partiamo dall’inizio, dall’agguato. Il sospettato è sceso alla stazione della F (che collega il Queens, Coney Island e Brooklyn a Manhattan) sulla 57th Street, e andato da Starbucks, ed è rimasto in attesa della vittima a un lato del marciapiede che costeggia l’Hilton. Appena il ceo di UnitedHealthcare lo ha superato, l’assassino gli ha sparato prima alla schiena e poi a una gamba. Thompson si è voltato, ma è subito crollato a terra. Il killer in quel momento ha provato a sparare un altro colpo, ma la pistola – una versione moderna di una rara pistola della Seconda guerra mondiale acquistata in un negozio del Connecticut – si è inceppata. Nonostante il contrattempo, con atteggiamento piuttosto professionale, ha mantenuto la calma, si è avvicinato verso il suo obiettivo e ha fatto partire un altro colpo. Nel video dell’omicidio diffuso dalla polizia è presente una terza persona, che ha assistito al delitto per poi fuggire.

Subito dopo aver sparato a Brian Thompson, il killer si è allontanato in zona nord, passando attraverso un vicoletto che unisce la 54 West alla 55. In un secondo momento è salito su una bici elettrica, per poi proseguire in direzione nord. Successivamente, l’uomo ha raggiunto la Sixth Avenue a Central Park, proseguendo sempre verso nord. Da questo momento in poi non ci sono più immagini della sua fuga e le tappe successive restano un mistero.

Una delle novità più importanti sul caso è legata alle pallottole utilizzate dal killer. Sui bossoli sono state incise tre parole che fanno pensare al motto di una milizia: “deny” (negare), “defend” (difendere) e “depose” (deporre). Si tratta di un messaggio legato alla vittima o una sorta di motto usato dall’assassino per caricarsi prima dell’omicidio? Un riferimento alle coperture assicurative e all’assistenza sanitaria appare evidente. Le tre parole, infatti, richiamano il titolo di un libro di Jay M. Feinman (“Delay – Deny – Defend”, ndr) pubblicato nel 2010. In copertina si legge: “Perché le compagnie assicurative non pagano dopo i reclami e cosa potete fare”. Due parole impresse sui bossoli sono identiche a quelle del titolo del libro. In copertina, la terza è “ritardare”, sostituita sul bossolo da “deporre”.

Per il momento non è stata esclusa alcuna pista, ma c’è una teoria sul possibile passato dell’autore dell’assassinio: la calma mostrata durante l’agguato, soprattutto quando la pistola si è inceppata, potrebbe essere legata alla reazione nei momenti ad alta tensione che viene addestrata nei corsi di polizia e dell’esercito. Ma c’è anche chi crede che non si tratti di un esperto essenzialmente per due fattori: ha pensato che fosse sufficiente procurarsi un silenziatore ed ha usato delle munizioni sbagliate per il silenziatore impiegato, tali da portare all’inceppamento. Approfondimenti in corso anche sulle minacce ricevute da Thompson nell’ultimo periodo, intimidazioni confermate anche dalla moglie subito dopo la tragedia: “C’erano state delle minacce – ha detto a Nbc News- Fondamentalmente, non so, una mancanza di copertura sanitaria? Non conosco i dettagli. So solo che ha detto che c’erano delle persone che lo avevano minacciato”.

Gli investigatori sono fiduciosi. Se il team informatico sta cercando di sbloccare il telefono di Thompson per possibili indizi, la scientifica ha reso noto di aver trovato delle impronte digitali del killer su una bottiglietta d’acqua acquistata da Starbucks e su un telefono usa e getta da cui ha effettuato una chiamata poco prima del delitto. Nelle scorse ore è stato inoltre perquisito un ostello dove l’individuo potrebbe aver dormito la notte tra martedì e mercoledì, anche se il documento utilizzato per la registrazione sarebbe falso. La caccia al killer sorridente continua.

Franco Lodige, 6 dicembre 2024

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