La Germania e l’Europa ripiombano nell’incubo terrorismo. I tradizionali mercatini di Natale tornano a essere teatro di attacchi: ieri a Magdeburgo un’auto è piombata sulla persone che stavano visitando il locale mercatino di Natale: una corsa folle di circa 400 metri che ha provocato la morte di almeno due persone, tra cui quella di un bambino piccolo, come ha riferito il governatore della Sassonia-Anhal. Il bilancio dei feriti è fermo a quota 60, alcuni dei quali gravi. L’autore dell’attacco è stato fermato: si tratta di un 50enne dell’Arabia Saudita che lavora come medico in una struttura privata ed è munito di un permesso di soggiorno permanente.
L’attacco di Magdeburgo arriva a distanza di otto anni e un giorno dal terribile attentato al mercatino di Natale di Berlino del 19 dicembre 2016 dove morirono dodici persone, tra cui l’italiana Fabrizia Di Lorenzo. L’attentatore, l’islamico Anis Amri, venne ucciso quattro giorni dopo da agenti di polizia per legittima difesa durante un controllo di routine nel nord Italia. Ma non sono mancati attacchi di lupi solitari, che hanno agito prevalentemente colpendo con armi da taglio in occasioni di eventi pubblici. Lo scorso 23 agosto a Solingen, in occasione delle celebrazioni per il 650esimo anniversario della città, un uomo ha accoltellato alcuni passanti, uccidendo tre persone. Il 31 maggio, invece, un afghano residente in Germania ha ferito a morte l’agente di polizia Rouven Laur. Attentati avvenuti sempre a poche settimane da appuntamenti elettorali importanti, le amministrative nell’est nel primo caso, e le europee nel secondo.
Tornando all’attacco di Magdeburgo, il saudita – anche lui definito lupo solitario dalle autorità – avrebbe affittato l’auto poco prima di lanciarsi sulla folla. Non dovrebbero esserci complici, in base alle prime ricostruzioni. Nell’auto dell’attentatore non è stato trovato alcun ordigno esplosivo: la conferma è arrivata dalla polizia locale dopo i sospetti nati a causa di un bagaglio sospetto sul sedile del passeggero, tanto da spingere le autorità a transennare l’area intorno all’auto. Secondo informazioni provenienti dagli ambienti della sicurezza, il sospetto non era precedentemente noto alle autorità tedesche come islamista. In un video pescato sui social, l’attentatore accusava la Germania di “caccia ai sauditi” e ha parlato per quasi un’ora di teorie complottiste contro il governo di Berlino, che a suo avviso starebbe conducendo una “operazione segreta” per dare la caccia e “distruggere le vite” degli ex-musulmani sauditi in tutto il mondo, mentre allo stesso tempo ai jihadisti siriani viene concesso asilo in Germania”.
In attesa degli sviluppi delle indagini delle autorità tedesche, è impossibile non tornare a pensare al pericolo terrorismo. Riflettori accesi sulle politiche di integrazioni fallimentari sia in Germania che nel resto dell’Europa, come testimoniato quotidianamente sulle pagine di cronaca. La Germania deve fare i conti con criticità di diversa natura, ma spesso riconducibili alla componente religiosa. Basti pensare alla presenza musulmana, che è sempre più forte: la stima è di 5 milioni di musulmani, ossia il 6 per cento della popolazione totale. Una crescita che ha contribuito a plasmare una società sempre più multiculturale ma anche con difficoltà di integrazione.
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Sottovalutare i campanelli d’allarme sarebbe un errore madornale. Pochi giorni fa l’Europa ha messo la sua preoccupazione nero su bianco in un comunicato che ha accompagnato la decisione politica di rafforzare la cooperazione nella lotta al terrorismo sia tra i ventisette Paesi membri, sia con i Paesi terzi. La principale fonte di preoccupazione è il terrorismo di matrice islamica: “Il Consiglio nota con grande preoccupazione che la capacità della provincia di Daesh Khorasan (ISKP) di ispirare e condurre operazioni esterne, anche in Europa, sta crescendo“, quanto ribadito dai ministri degli Esteri al termine della riunione tenuta a Bruxelles. Possibili pericoli dall’Afghanistan ma anche dal Medio Oriente, complice la crisi i corso.
L’attentato registrato in Germania non può farci dormire sogni tranquilli, soprattutto nei giorni dei mercatini di Natale, un simbolo religioso ma anche di socialità, quindi un obiettivo più che concreto per i malintenzionati. Abbassare la guardia sarebbe un boomerang imperdonabile: poche chiacchiere e più fatti.
Franco Lodige, 21 dicembre 2024
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