L’offensiva ucraina non s’ha da fare. Anzi, sarebbe stato solo un diversivo. Sono queste le parole del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che intervistato dalla Bbc ha negato forte e chiaro la possibilità di Kiev di lanciare una controffensiva, perché “costerebbe troppe vite umane”. Lo scenario era già stato prefigurato da marzo dagli Stati Uniti, i quali – dopo la controffensiva di agosto dello scorso anno – avevano predetto un nuovo piano ucraino per questa primavera, con l’obiettivo di liberare non solo i territori perduti dal 24 febbraio 2022, giorno dell’inizio del conflitto, ma anche la penisola di Crimea.
Realtà o bluff?
Ovviamente, non può non essere presa in considerazione l’ipotesi bluff, ovvero il tentativo di mascherare l’esistenza di una nuova offensiva per confondere il nemico russo. D’altro canto, proprio la scorsa estate, l’Ucraina annunciò più volte la volontà di sferrare un attacco per riconquistare le zone a nord del Donbass, per poi in realtà essersi concentrata a sud, nei territori dell’oblast di Kherson.
Dall’altra parte, però, rimane l’incognita forniture. Il Regno Unito ha già annunciato l’invio di missili a lungo raggio a Kiev, ma ciò che preoccupa la resistenza sono proprio le carenze di munizioni e – da non trascurare – il numero di uomini disponibili e le relative scorte. Secondo gli analisti, l’Ucraina avrebbe a disposizione nove nuove brigate, caratterizzate da un addestramento compiuto dagli eserciti Nato e quindi già in grado di utilizzare le forniture di ultima generazione dell’Occidente. Rimane vera, però, la forte carenza di munizioni che sta interessando sia l’esercito ucraino che quello russo, con il gruppo Wagner giunto a minacciare il Cremlino di ritirarsi nel caso in cui non fossero arrivate nuovi munizioni.
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Mistero controffensiva
Insomma, la presenza di numerose incognite sarebbe la ragione principale che porterebbe Zelensky a rinviare la controffensiva, nonostante gli annunci in pompa magna degli americani. D’altro canto, le dichiarazioni del presidente ucraino sono seguite a quelle di numerosi suoi collaboratori e membri del governo, sulla linea di una maggiore cautela, orientati per una proiezione futura, per una posizione di attesa, consapevoli che l’aiuto occidentale non rimane comunque “un assegno in bianco”.
Bisognerà vedere se, effettivamente, Zelensky stia dicendo la verità oppure si tratti di un nuovo bluff. Secondo il gruppo Wagner, la controffensiva ucraina sarebbe già iniziata da pochi giorni, e i numerosi “sabotaggi” in territorio russo con gli attacchi dei droni rappresenterebbero parte del piano ucraino. I moniti lanciati dagli Stati Uniti in questi mesi, però, non possono essere casuali. Ed è per questo che – ad oggi – le dichiarazioni di Kiev rimangono un vero e proprio mistero.