Dopo nove mesi di battaglia, il gruppo Wagner ha annunciato la presa di Bakhmut, la città “fantasma” ormai da tempo completamente distrutta a causa del logoramento del conflitto. Si tratta della prima vittoria dell’esercito russo da quando, a partire da questa estate, le truppe ucraine hanno dato il via ad un’estesa controffensiva, che ha permesso a Kiev di riconquistare territori importanti nella regione meridionale di Kherson.
Lo scenario sul campo
Bakhmut, quindi, non sarebbe una conquista essenziale in quanto territorio strategico, piuttosto come il simbolo della battuta d’arresto degli ucraini, associato al continuo rinvio della controffensiva di questo mese, da lungo tempo annunciata dagli Stati Uniti e poi bloccata pochissimi giorni fa dallo stesso presidente Zelensky. Nonostante tutto, leggendo le note della parte ucraina, la città non sarebbe ancora totalmente controllata dai russi.
Come ribadito dalla viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, citata da Rbc Ucraina, la situazione è nel complesso uguale a quella di ieri, e quindi le forze di Kiev starebbero ancora controllando il distretto di Litak, nel sudovest della città. Per di più, lo Stato maggiore dell’esercito ucraino, nel suo aggiornamento mattutino, ha affermato che “le battaglie per la città di Bakhmut continuano, nelle ultime 24 ore i russi hanno cercato di riconquistare le posizioni perdute a sud dell’insediamento di Ivanovske. Il nemico ha anche condotto azioni offensive senza successo in direzione di Hryhorivka. Le truppe russe hanno lanciato furiosi bombardamenti sulla regione di Donetsk. Anche la regione di Lugansk è stata colpita”.
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Il mistero di Bakhmut
Insomma, se i russi parlano di conquista; la resistenza ucraina parla solo di distruzione della città, ma non che sia stata definitivamente sottratta dal suo controllo. Rimane evidente, però, come la narrazione di numerosi media occidentali stia collidendo con la realtà dei fatti: l’Ucraina è ben lontana dal punto in cui si possa parlare di Vittoria. La situazione sul campo di battaglia è eternamente in fase di stallo, con un campanello d’allarme che può giocare addirittura a favore dei russi sul lungo termine, ovvero la possibilità di sostenere – sia in termini di forniture, che di uomini – una guerra ancora per molti mesi, se non anni.
Dall’altra parte, invece, molti esponenti dei vertici ucraini temono una situazione “afghana”, ovvero che col logoramento del conflitto, capace di protrarsi di anno in anno, l’aiuto occidentale possa diminuire o, addirittura, possa venire meno in modo definitivo. A quel punto, ecco che per Putin la situazione sarà decisamente meno complessa rispetto alle enormi difficoltà riscontrate in questi tredici mesi di guerra.
Insomma, il futuro è pieno di incognite e dubbi, gli stessi che in queste ore stanno animando la città di Bakhmut, visto che il gruppo Wagner ha annunciato oggi il progressivo ritiro dei propri mercenari dal 25 maggio al 1 giugno, come ha dichiarato Yevgeny Prigozhin, il capo della milizia privata, dopo aver già rivendicato la presa di Bakhmut sabato scorso. Come riportato dalle agenzie di stampa, però, gli analisti dell’Istituto per lo studio della guerra (Isw) ritengono che i russi controllano i confini amministrativi occidentali della città, mentre l’Ucraina si concentra sui contrattacchi nelle zone periferiche. Una scenario che può rendere i giochi ancora tutti aperti, ma non necessariamente a favore di Kiev. A dispetto del tifo fatto da molti media dell’Occidente.
Matteo Milanesi, 22 maggio 2023