Il governo non sia indifferente al grido di allarme che proviene dagli operatori turistici, ma contribuisca a sviluppare una concreta prospettiva di rilancio dell’intero settore, evitando che si diffonda una crisi economica di dimensioni pandemiche con effetti devastanti sulla tenuta sociale del Paese. La difesa dei confini, mai come in questa fase, rappresenta un imperativo a cui non possiamo sottrarci per preservare la sicurezza sanitaria e sociale del Paese.
Diversamente, saremo vittime del fallimentare modello boldriniano che eleva il migrante ad «avanguardia della globalizzazione che ci offre uno stile di vita da emulare» (sic!).
Andrea Amata, 4 luglio 2020