Ci voleva un deputato musulmano per sbattere in faccia la realtà ai laburisti inglesi e, per interposta nazione, anche ai progressisti nostrani. Dopo l’ennesima sconfitta alle elezioni ad Hartelpool, Khalid Mahmood ha fatto notare ai colleghi un po’ radical chic che la sinistra si è troppo incentrata sulle questioni che riguardano il centro di Londra, gli impiegati e la borghesia cittadina. Dimenticandosi – guarda un po’ – i bisogni della classe operaia. Vi sembrano storie già sentite?
Anche in Italia ormai le periferie e i distretti operai hanno smesso di volgere lo sguardo a sinistra, preferendo infilare la loro scheda nell’urna di destra. Il motivo? Come negli Usa, e così pure in Inghilterra, i partiti socialdemocratici si spellano le mani per ottenere il consenso di star, vip di ogni tipo e influencer di tendenza, convinti che avere il sostegno di Chiara Ferragni significhi automaticamente incrementare il consenso. Errore grave, con l’unico effetto di perdere il contatto col “popolo”, considerato becero e poco incline ad indossare Chanel. L’esempio lampante? Le barricate sollevate da Pd, M5S, Leu e via dicendo in favore di Fedez e del ddl Zan. Mentre la classe medio-bassa si affanna a trovare un lavoro decente, i partiti che dovrebbero sostenerla si preoccupano dei problemi del centro città, degli immigrati o dei sempreverdi “diritti civili”.
A giudicare dalle ultime performance, andranno avanti ancora per molto. Almeno finché non arriverà a tutte le latitudini un Khalid Mahmood a spiattellare in faccia ai colleghi la cruda realtà: “Signori miei, siamo diventati il partito delle Ztl. E non ci porterà lontano”.