Il nuovo sport si chiama: rovina il Natale agli italiani, soprattutto se non sono vaccinati. Vincere sarà dura, perché nel Belpaese esistono campioni della disciplina difficilmente raggiungibili. Ci sono i governatori pronti a chiudere in casa i no vax, manco fossero lebbrosi. I finti liberali che chiedono il lockdown pure per i bambini. I vescovi che scomunicano chi non si fa inoculare il siero e protesta contro il green pass. E poi i televirologi, veri fuoriclasse in materia. L’ultimo a candidarsi al titolo di campione d’inverno è Pier Luigi Lopalco, epidemiologo star, già assessore di Emiliano in Puglia poi auto-defenestratosi in polemica col governatore.
In un’intervista al Corriere della Serra, Lopalco sciorina la sua teoria del “green pass dei piccoli circuiti sociali”, una specie di variante pugliese del green pass a due velocità che Giovanni Toti vorrebbe imporre in tutta Italia. “Se invito da me, i non vaccinati non entrano – spiega l’epidemiologo – Se sono io ad essere ospite, mi accerto che i convitati siano muniti di passaporto verde, altrimenti mi dispiace, non vado. Così facendo ho la presunzione di fare pressione, di far sentire i no vax fuori luogo, la loro presenza sconveniente. Un po’ come succedeva con l’introduzione del divieto di fumo”. Ci manca solo che segnino col sangue dell’agnello gli stipiti delle porte, tipo il “flagello di sterminio” dell’Antico Testamento contro l’Egitto, e siamo a cavallo. Il consiglio di Lopalco insomma è questo: “Non entrate nelle case di chi non è immunizzato“. E magari non lo salutate nemmeno se lo incrociate per strada. Rivolgetegli il dito medio quando prova ad avvicinarsi. Fategli ogni sorta di dispetto, tipo la pipì sul prato appena falciato. Siamo arrivati a questo, che forse è pure peggio del Natale in streaming teorizzato da un’altra superstar del gioco, Fabrizio Pregliasco: quella di Lopalco nient’altro è che discriminazione. Non verso i neri, i gay, i bianchi, i gialli o i marroni. Ma verso i non vaccinati.