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Il Nobel Parisi fa il grillino del clima - Seconda parte

Alla fine, aveva ragione Giulio Andreotti: questi verdi sono come i cocomeri, verdi fuori e rossi dentro. Ma con una puntina di giallo grillino: quel tocco di decrescismo “felice” che è una bufala scientifica e un pericolosissimo programma politico. Già, perché poi le transizioni ecologiche – e tanto più pervasivamente quanto più esse sono fondamentaliste – le paga il ceto medio. Quello al quale stanno raccontando che il salasso “è necessario”, se no entro qualche decennio moriremo tutti. “Le inondazioni, gli uragani, le ondate di calore e gli incendi devastanti di cui siamo stati spettatori attoniti sono un timidissimo assaggio di quello che avverrà nel futuro su una scala enormemente più grande”, minaccia Parisi. Bravo, bis, premio Nobel. Il destino volle che il fisico della Sapienza non se lo filò nessuno quando inventò le equazioni che descrivevano i quark, mentre, ora che supera a sinistra Greta e Vanessa, i cervelloni di Svezia sono caduti ai suoi piedi. È l’emergenza climatica, bellezza. Aveva ragione Cacciari: ogni scusa è buona per governare con lo stato d’eccezione.

Forse l’ambientalismo apocalittico ci porterà alla decrescita. Ma intanto, grazie alla moda green, tasche e fama di qualcuno cresceranno eccome…

Nicola Porro, 9 ottobre 2021

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