Politica

Il “nulla” contro il “nulla cosmico”. La fine di Grillo non è l’alba di Conte

Gli iscritti del M5S confermano il voto dell’Assemblea costituente: addio al ruolo del garante, con più voti del primo turno. Il fallimento dell’ex comico

movimento 5 stelle grillo conte © Изображения пользователя Sviridenko Anna Images tramite Canva.com

Il patricidio è ufficialmente compiuto. Com’era prevedibile che fosse, dovendo scegliere tra il nulla e il nulla più assoluto il popolo grillino ha scelto il nulla più assoluto, concetto incarnato alla perfezione dalla pochezza del nuovo guru pentastellato Giuseppe Conte. Con la cancellazione della figura del Garante dallo statuto del Movimento, decretata nel voto-bis da oltre l’80% dei votanti, l’ex avvocato del popolo compie così l’ennesima di una lunghissima serie di spericolate giravolte, per mezzo delle quali il cinico Giuseppe è riuscito, nell’arco di un quinquennio, ad assumere il pieno controllo della creatura che fu di Beppe Grillo.

L’ultimo passo da compiere per raggiungere lo stadio finale del loro continuo processo di mutazione era appunto l’assassinio del Padre, una mossa certamente estrema, ma necessaria per superare una volta per tutte gli stringenti vincoli imposti dallo statuto grillino. E i contiani, su impulso decisivo del loro capopopolo, non si sono fatti scappare la ghiotta occasione: quorum ampiamente raggiunto, votazione plebiscitaria in favore della linea Conte, Garante estromesso dal suo stesso Movimento e via libera all’archiviazione della logica del doppio mandato.

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Il desiderio di aggirare tale vincolo, e di mantenere ben salde le terga nei banchi di quel Parlamento che avrebbero tanto voluto aprire “come una scatoletta di tonno”, ha dunque prevalso sulla linea del Fondatore e sui molti buoni propositi delle origini. Tutti sacrificati in nome dell’interesse personale e della bramosia di elevare finalmente la politica ad una vera e propria professione. Sono queste le vere ragioni per cui i pentastellati hanno scelto di abdicare, uno ad uno, a tutti i loro ideali e rinnegare con una simile convinzione il loro stesso padre. Inutile girarci troppo intorno.

Il voto anti-Garante degli ormai ex grillini altro non è che l’ennesima degenerazione del qualunquismo a cinque stelle, ieri incarnato dalle urla sguaiate di un comico rubato alle scene, oggi dalla demagogia di un avvocaticchio prestato alla politica. L’incoerenza elevata a sistema. Il trionfo del trasformismo e dell’ipocrisia di chi era nato per abolire il Parlamento, e ha finito col piantarci dentro le tende.

Salvatore Di Bartolo, 9 dicembre 2024

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