Il nuovo pallino di Greta: l’aborto

48.6k 156
generica_porro_1200_5

Chi la vide da vicino, e la testimonianza è di prima mano, nel tempo delle udienze col Papa Bergoglio e la presidenta Casellati (le udienze lei le concedeva, mica le riceveva), è ancora a metà tra l’irritato e lo scioccato: questa ragazzina arrogante, indisponente, capricciosa, viziata, che non parla con nessuno, che non tollera più di una persona nella suite, che risponde solo leggendo da un foglio, che accusa insofferenza pure per l’aria che respira, che è circondata da una sorta di falange armata, se uno si avvicina troppo scatta il bodyguard e ti stronca, una roba un po’ da Padrino. E appena finito di sbroccare sul mondo, come osate, come vi permettete eccetera, caccia tutti e torna sul treno personale pieno di gadget e cazzate ecologiste che ha preteso.

Torna la predica Gretina

Vita, opere e miracoli laici di Greta Thunberg, in arte Gretta, una che si è messa a predicare agli scienziati senza neanche aver preso uno straccio di diplomino, bastava anche quello alle scuole serali, e la stanno a sentire, poverina, con tutto quel disagio. Una che come massimo contributo alla storia sociale s’è inventata gli scioperi ambientali nel fine settimana, sorta di Landini climatico. Se Gretta dice che piove, piove anche se c’è il sole e se ti ribelli al misticismo lunatico, scatta la viuleeenz: ma cosa dici, con tutto quel disagio, porta rispetto, io ti ammazzo.
Unico caso di disagiata, vera o costruita, che viene presa come l’oracolo santo con licenza di dare i numeri. Odia chi non se la fila di pezza, fa le facce, manda anatemi, “come osate privarmi del mio futuro”, ma il presente è più o meno del livello impositivo degli ABBA, se per caso le riferiscono di critiche serie, scientifiche alle sue baggianate demenziali, come gli articoli di Franco Battaglia o le riflessioni di Michael Shellenberger stupendamente intervistato da Alessandro Rico su la Verità, Gretta si infila le trecce nelle orecchie, strizza gli occhi e fa lalalalalà.

Per questo volevano darle il Nobel. Su tutto volevano darle il Nobel, perché Gretta su tutto replica, in uno schema ventriloquo da corvo Rockefeller (chi lo ricorda?), l’agenda sorosiana eurotiranna globalista. Del resto, il Nobel alla pace l’hanno dato a Obama che ha scatenato il peggiore casino mediorientale dai tempi di Lepanto, l’hanno dato a Al Gore che da 60 anni profetizza lo scioglimento dei ghiacci, tipo torre di Pisa che pende che pende e che mai non va giù, lo daranno pure a Burioni, insieme a una card per il Grande Fratello Vax, vuoi non darlo proprio alla mocciosa?

Ma questo era ieri, altri pensieri, oggi Gretta è cresciuta, ha tagliato le trecce, insegue il diplomino ed è diversa da prima. Ancora più stronza. Venne in Italia a dire che l’Italia bolliva, non aveva scampo: piovve per 40 giorni, una roba biblica, ma lei era già salpata a bordo di un catamarano battente bandiera monegasca, sponsorizzato da petrolieri, scortato da corvette a petrolio; le sue puttanate sul clima non tiravano più, e lei s’è buttata, nell’ordine, su: odio per Trump, endorsement per Biden (complimenti), gender, vaccini, Black Lives Matter, orsi bianchi, transizioni, razzismo, sport, auto elettriche, tecnologia, fumetti, praticamente il cartellone del glorioso Rischiatutto, sempre col birignano da come osate. Non è servito, è scaduta irrimediabilmente nell’oblio e lei non si rassegna: Gretta è un’azienda, magistralmente diretta dal babbo, che non si sa che facesse prima, e da mamma che invece era un’attricetta ma adesso è davvero un’altra persona, lei sì, perché dell’originale non è rimasta una cellula, è integralmente plastificata, anche se di plastica riciclata.

Dal green all’aborto

Ora, al di là di tutte le astrusità dell’economia, la scienza triste che ti spiega domani perché quello che ha detto ieri oggi non si è verificato, la regola è una sola: in ogni azienda se gli affari non crescono, diminuiscono; e poi si salta. Gretta mica vuol fallire, poi il mondo come fa, e allora è costretta a trovare sempre nuove issue per rilanciarsi. Figuriamoci se si faceva sfuggire quella dell’aborto, oggetto di feroce dibattito in America, precisamente in Texas dove una legge ha appena impedito l’interruzione di gravidanza dopo 6 settimane, vale a dire quando è rilevabile il battito cardiaco del feto. Roba delicatissima, che mescola questioni etiche, morali, escatologiche, metafisiche, religiose ad altre scientifiche, giuridiche, un tema tremendo che fa aggrovigliare menti pensanti – Giovanni Sartori, politologo, arrivò a litigare con le gerarchie ecclesiastiche, a polemizzare con un paio di pontefici. Ma Sartori è un dilettante, tenetevi arriva Gretta: aborto libero, anzi obbligatorio, per tutti. Bang! Zip! Crash! C’è Gretta in tivù, c’è Gretta in tivù uh uh uh. È la sua ricetta ecologista per salvare il pianeta: sterminiamo l’umanità, tranne lei, e tutto va a posto.

Ma se la popolazione umana viene azzerata, via aborto o anatema o esecuzioni di massa, poi lei a chi predica? E da chi ricava le ricche donazioni per la fondazione a suo nome? Qualcuno spieghi a Gretta, prima di candidarla al Nobel per l’Economia, che le cose non vanno così lisce e neanche sono così malthusiane. E qualcuno spieghi anche a certe testatine che titolare “il vaffa di Greta agli abortisti”, e sotto una foto in posa beota della santina, non porta copie ma solo molti vaffa di ritorno. Insomma Gretta è un mobile Ikea tarlato (anche se in materiale riciclabile) e rimontarne i pezzi non servirà. Il mondo ha bisogno di altri idoli, fatele fare, che so, un tormentone sponsorizzato da una marca di bevande con Orietta Berti, mandatela all’Isola dei Famosi, però da sola, a cagare nei cespugli, inventatevi qualcosa, ma, dateci retta, la strategia degli anatemi omnibus non funziona più.

Neanche quella del come osate. Oggi Gretta appena la senti nominare partono i pernacchi, un po’ come per Andrea Scanzi. Lui è bruciato, Gretta può ancora cambiare personaggio ma deve farlo in fretta: la ragazzina problematica è già sfiorita, il tempo non aspetta nessuno, almeno fatele fare un’ospitata nel prossimo tour degli ABBA. Svecchiatela. Organizzate una clamorosa conversione all’inquinamento. Fate come con Vasco, che passa da il potere ci opprime a il potere ci tutela, dalla vita spericolata, maleducata, che se ne frega di tutto sì alla vita mascherinata, vaccinata, che si spaventa di tutto sì. Tanto la gente dimentica, dimentica. E osanna, sempre e comunque, basta cambiare pelle. Basta che ci sia posto.

Max Del Papa, 5 settembre 2021

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version