Mi faccia il piacere

Il panificio ucciso dall’Ue

forno frassinoro emilia chiude

Viva l’Unione Europea, dicevano. Ma chissà cosa penserebbero i grandi europeisti del passato se sapessero che la “loro” Ue ieri ha costretto una attività che tira avanti da 43 anni a chiudere perché incapace di adeguarsi alle “nuove normative” per chi produce pane, tortellini e cappelletti.

Il Forno “Piacentini” di Frassinoro è, anzi era, l’unico panificio rimasto in questo paesino di 1700 anime al confine tra Toscana ed Emilia. Se chiudesse per colpa di un giro d’affari risicato, per il costo elevato della manodopera, per la fatica di alzarsi ogni mattina a notte fonda, uno potrebbe anche capire. Succede ovunque ogni giorno. Invece i titolari dovranno rinunciare a lasciare l’attività alle figlie perché, dicono, “adeguarsi alle normative imposte dall’Unione Europea è impossibile”. Da chissà dove sono arrivati a chiedere di certificare l’impianto elettrico: morto l’elettricista che l’aveva realizzato, nessuno si prende la briga di firmare alcunché. Così il sistema va rifatto daccapo, al pari degli spogliatoi e di un montacarichi per spostare il pane direttamente in negozio. Costo totale: circa 70mila euro, troppi. Gaia e Debora dovranno trovarsi un altro mestiere.

La sicurezza sul luogo di lavoro è importante, sia chiaro. Ma per quale motivo un’attività artigianale che da 43 anni va avanti con lo stesso impianto elettrico senza problemi dovrebbe essere costretta a chiudere per colpa di una scartoffia? “Abbiamo visto le leggi cambiare tante volte”, ricordano i titolari. Si sono sempre adeguati. Stavolta no, non ha senso. Le normative infatti pretendono un montacarichi, anche se per 43 anni il pane è stato portato in spalla uscendo dal laboratorio per pochi metri fino al piano superiore dove si trova il negozio. E soprattutto impongono uno spogliatoio anche se ai titolari, che fanno tutto in famiglia e abitano al portone di fianco, non serve a nulla.

Siamo alla bulimia regolatoria. Ad uno Stato, o un sovrastato, convinto di poter controllare tutto, persuaso della bontà di irreggimentare ogni attività umana all’interno di vincoli burocratici. Anche irrazionali. Perché un panificio che sopravvive a oltre mille metri sull’Appennino tosco-emiliano, servendo una platea di poche migliaia di persone, non ha bisogno di montacarichi, spogliatoi o nuovi impianti elettrici. Ha bisogno solo di essere lasciato in pace. E di non essere ucciso.

Giuseppe De Lorenzo, 31 dicembre 2023

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