Articoli

Il Papa ha deciso: il “cambiamento climatico” sarà dogma

Nella Laudate Deum di Bergoglio emergono critiche ai “negazionisti” climatici ed elogi per i gretini

© selcukkoc e piyaset tramite Canva.com

Che il nostro Bergoglio fosse un papa influencer, a cavallo fra materialismo socialista e misticismo esoterico, ce n’eravamo accorti presto e non abbiamo mai smesso di pensarlo davanti a saggi di pensiero radicalista quali la Laudato Sì, “enciclica non verde ma sociale” che pareva scritta dagli imbrattamuri di Ultima Generazione. Che la sua missione fosse sostituire il vecchio Dio con feticci alla moda, da Greta Thunberg a Luca Casarini, da Carola Rackete agli scafisti, pure non è novità ma conferma, mesta, avvilente, di ogni giorno che il Padreterno manda sulla terra. Questo successore di Ratzinger, spedito al Soglio dalle trame di Obama in accordo con l’Islam radicale, che chiese e ottenne un pontefice di proprio gradimento dietro minaccia di passare ai roghi delle chiese da vuote a piene, è, si potrebbe dire con Marx, un pontefice nel senso della storia, perfettamente calato nella cultura del suo tempo che è cultura woke, cioè subcultura, anticultura. Adesso abbiamo la conferma tombale, con una di quelle uscite spericolate, a tratte deliranti, da aeroplano che piacciono molto all’ala estrema della sinistra aproblematica ma fanno dannare l’ufficio stampa della Santa Sede: «L’origine umana, “antropica” del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio», con buona pace di «quelli che cercano di «negare o «minimizzare», di «porre in ridicolo chi parla di riscaldamento globale».

Non è un sermone di Mario Tozzi ma la Laudate Deum, degno compimento della succitata Laudato Sì: se perseverare è diabolico, qui siamo alla coerenza estrema. E lo è, diabolico, perché non un assunto, almeno per quanto ne stanno riportando i giornali, corrisponde a verità, è tutto un pandemonio di affermazioni suggestive e infondate: “Col passare del tempo mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura”. Col passare del tempo, lo dimostra la Sacra Scienza, l’inquinamento globale si è ridotto e così pure i cosiddetti eventi estremi, le foreste sono cresciute ovunque, l’Occidente ha costantemente abbassato grazie alla tecnologia le sue emissioni tossiche, sono entrati in gioco altri subcontinenti quali Cina, India, oltre all’Africa che si va preparando, i quali bruciano e consumano perché vogliono vivere bene e giustamente ritengono che adesso tocchi a loro, e delle prediche degli ambientalisti ancor più giustamente se ne fottono. Ma Bergoglio, tetragono: «Poniamo finalmente termine all’irresponsabile presa in giro che presenta la questione come solo ambientale, “verde”, romantica, spesso ridicolizzata per interessi economici. Ammettiamo finalmente che si tratta di un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli. Per questo si richiede un coinvolgimento di tutti».

Non è Ilverdebonelli, è ancora il rosso Bergoglio: quale irresponsabile presa in giro? Il poblema “umano e sociale in senso ampio a vari livelli” poi non significa assolutamente niente, è di insostenibile vaghezza schleiniana come se fosse antani. Il compagno Jorge Maria ce l’ha, vedi un po’, col «paradigma tecnocratico che è alla base dell’attuale processo di degrado ambientale», insomma il dannatissimo capitalismo e chi lo pratica e in tal modo matura un «modo deviato di comprendere la vita» che consiste nel pensare «come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia. Se consideriamo che le emissioni pro capite negli Stati Uniti sono circa il doppio di quelle di un abitante della Cina e circa sette volte maggiori rispetto alla media dei Paesi più poveri, possiamo affermare che un cambiamento diffuso dello stile di vita irresponsabile legato al modello occidentale avrebbe un impatto significativo a lungo termine», scrive Bergoglio con argomentazioni alla Chloe, quella che in televisione fa la pazza sperando di finire al Grande Fratello.

Ci manca solo che si metta a piangere dichiarando di non voler fare figli, così poi arriva Pichetto Fratin col fazzolettin. Fino al climax in cui non si tiene più e fa impallidire l’oscurantismo che faceva fuori Galieo: «Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti. Nessuno può ignorare (sic) che negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni estremi, frequenti periodi di caldo anomalo, siccità e altri lamenti della terra che sono solo alcune espressioni tangibili di una malattia silenziosa (sic!) che colpisce tutti noi. È verificabile (sic) che alcuni cambiamenti climatici indotti dall’uomo aumentano significativamente la probabilità di eventi estremi più frequenti e più intensi. Basta un aumento globale di 0,5 gradi per sconvolgere il clima (bum!), siamo vicini a 1,5, «se si superano i 2 gradi, le calotte glaciali della Groenlandia e di gran parte dell’Antartide si scioglieranno completamente con conseguenze enormi e molto gravi per tutti. Eppure, «per porre in ridicolo chi parla di riscaldamento globale, si ricorre al fatto che si verificano di frequente anche freddi estremi. Si dimentica che questi e altri sintomi straordinari sono solo espressioni alternative della stessa causa: lo squilibrio globale causato dal riscaldamento del pianeta».

Siamo alla maledizione di stampo gretino, approssimativa, scentrata e, se si deve dire la verità anche davanti a un pontefice, ignorantissima: siccome il Papa qui non parla ex cathedra, ma ex suggestione, lo diciamo, tanto più che da qui in avanti la sua sparata si allarga a sragionamenti di abissale populismo socialista: i ricchi che inquinano più dei poveri, i quali vengono incolpati di fare troppi figli [certo, la soluzione c’è: lasciateli fare, e poi se li prende tutta l’Italia, con l’eccezione della Città del Vaticano: così Sant’Egidio, che con Francesco è una cosa sola, sa cosa fare]. «Ciò che sta accadendo è che milioni di persone perdono il lavoro a causa delle varie conseguenze del cambiamento climatico (sic!): l’innalzamento del livello del mare, la siccità e molti altri fenomeni (sic) che colpiscono il pianeta hanno lasciato parecchia gente alla deriva. D’altra parte, la transizione verso forme di energia rinnovabile, ben gestita, così come tutti gli sforzi per adattarsi ai danni del cambiamento climatico, sono in grado di generare innumerevoli posti di lavoro in diversi settori. Per questo è necessario che i politici e gli imprenditori se ne occupino subito».

Come si vede, non c’è margine di precisione, è tutta una invettiva costruita più su pregiudizi che su dati di fatto, invero inesistenti o inconsistenti, sorretti da rari dettagli, che paiono buttati in mezzo tanto per fare scena, per dare credibilità all’anatema continuo, ma egualmente discutibili, anzi contestabili, abbeverandosi il Papa a pozzi avvelenati, notoriamente, quali i rapporto 2023 dell’agenzia statunitense «National Oceanic and Atmospheric Administration» e l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico che è un organismo governativo americano di pura propaganda climatista: ma su queste affermazioni avranno buon gioco gli scienziati veri a sbugiardare questo papa bugiardo. Il punto è che le cose non stanno affatto così.

Al di là della confusione, della contraddizione per cui l’Africa sarebbe in ritardo, a causa dell’infinito colonialismo occidentale, dunque ancorata a tecnologie antiquate e pertanto altamente inquinanti, eppure, prodigiosamente, per motivi non precisati riesce, nei suoi 54 Stati, ad immettere meno agenti di tutti; al di là pure della irresponsabilità con cui si affermano cose del tutto lunari come «Nel contempo, notiamo che negli ultimi cinquant’anni la temperatura è aumentata a una velocità inedita, senza precedenti negli ultimi duemila anni. In questo periodo la tendenza è stata di un riscaldamento di 0,15 gradi centigradi per decennio, il doppio rispetto agli ultimi 150 anni. Dal 1850 a oggi la temperatura globale è aumentata di 1,1 gradi centigradi, fenomeno che risulta amplificato nelle aree polari. A questo ritmo, è possibile (sic!) che tra dieci anni raggiungeremo il limite massimo globale auspicabile di 1,5 gradi centigradi. L’aumento non si è verificato soltanto sulla superficie terrestre, ma anche a diversi chilometri di altezza nell’atmosfera, sulla superficie degli oceani e persino a centinaia di metri di profondità. Questo ha pure aumentato l’acidificazione dei mari e ridotto i loro livelli di ossigeno. I ghiacciai si ritirano, la copertura nevosa diminuisce e il livello del mare aumenta costantemente»: qui sarebbe solo da replicare: è possibile un cazzo, caro Greto.
Le cose non stanno così, punto. Sono contemporaneamente più complesse e più lineari.

I riscontri stanno nella scienza autentica, stanno nel sapere serio, rigoroso dei 1500 attorno all’organizzazione Clintel, alcuni dei quali intervistati da Franco Battaglia in un recentissimo libro; stanno nella situazione africana raccontata da Federico Rampini nel nuovo “La speranza africana”, dove le questioni energetiche e quindi climatiche occupano la parte rilevante; stanno nella geopolitica che ogni giorno smentisce la criminalità, esclusiva dell’homo capitalisticus occidentale; stanno nella menzogna per cui il pianeta, a livello climatico, non è mai stato così malmesso, quando è vero il contrario. Stanno, a un livello più generale, in un modo talmente sensazionalistico, fazioso e scorretto da non essere consentito neanche a un papa. Il guaio, e grosso guaio, è che anche sul fronte laico (ma esiste un fronte più laico del clero attualmente guidato da Bergoglio?) le cose non vanno né meglio né peggio, sono identiche: «L’origine umana, “antropica” del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio» è il medesimo assunto perentorio, ma inconsistente, che esce dalla bocca di Mattarella, il quale ci fa sapere che “Il Capo dello Stato è sconcertato” dalle discussioni ancora in corso quanto a cambiamenti climatici con relative presunte responsabilità: la stessa cosa che il Colle ebbe a dire a proposito di vaccini, profilassi governativa, lockdown, greenpass: tutte misure inutili, devastanti e discretamente eversive, roba che ha avuto bisogno di sorreggersi su anni di bugie per funzionare.

Ed è questo approccio imperiale a togliere il sonno: le cose stanno come diciamo noi perché lo diciamo noi e non sono ammesse obiezioni, dimostrazioni contrarie, tanto meno il ricorso alla scienza, sempre esaltata ma fin che fa comodo. Qualcosa di spaventoso, in prospettiva, ma una prospettiva che già ci ghermisce. Le cose stanno come diciamo noi e se vi azzardate a contestarle vi mettiamo in manicomio (Pecoraro Scanio), in galera (Bonelli), comunque vi rinchiudiamo, vi amputiamo dal consorzio civile. Ne usciremo? Difficile, anche perché la tecnologia autoritaria del controllo ce lo impedisce e ci stritolerà sempre più. E, va detto, anche destra, almeno italiana, non si scorgono segnali di reazione, solo di soggezione a questa attitudine maniacale, allucinante, dogmatica ma a livelli post talebani. Qui un pontefice cattolico punta semplicemente a cancellare il pianeta fingendo di volerlo preservare. Se non è satanico questo! Non ci resta che evocare Daniele Capezzone col suo ultimo saggio, “E basta con ‘sto fascismo”. Dove lo sbotto del titolo è duplice, va bene sia per sfanculare i fanatici che usano i fantasmi di un regime di cent’anni fa in chiave strategica, sia per inchiodarli alla loro autentica matrice, che è quella di un fascismo schietto, incorreggibile, ribaldo. A prescindere dall’armocromia del doppiopetto o della tonaca.

Max Del Papa, 4 ottobre 2023

Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it
la grande bugia verde

SEDUTE SATIRICHE