Con qualche ora di ritardo, anche la grande stampa si è accorta del gelo sceso tra Kiev e la Santa Sede. Il nostro sito lo aveva registrato sin da subito, poco dopo l’udienza generale del 24 agosto – giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina – quando il Papa aveva dedicato un pensiero alla morte di Darya Dugin, la figlia dell’ideologo russo saltata in aria su una bomba.
La morte di Darya Dugin
I fatti sono noti. Qualche giorno fa Dugina viene uccisa di rientro da un festival cui aveva partecipato col padre. Una bomba, piazzata sotto la sua Totyota, non le lascia scampo. È il primo attentato di questo livello condotto su territorio russo e direttamente collegato alla guerra in Ucraina. L’obiettivo dell’attentato pare fosse Alexsandr Dugin, considerato la mente della filosofia dietro quel disegno di “grande Russia” portato avanti dal presidente Vladimir Putin. Nel mondo occidentale la notizia viene accolta con una certa freddezza. E mentre gli 007 di Mosca accusavano dell’attentato l’ucraina Natalya Vovk, solo il romano pontefice dedicava una preghiera alla vittima di questa intricata vicenda. “Penso ad una povera ragazza volata in aria per una bomba che era sotto il sedile della macchina a Mosca – ha detto Francesco – Gli innocenti pagano la guerra”.
Le parole del Papa e l’ira di Kiev
Le frasi di Bergoglio avevano sin da subito indispettito Kiev. Il primo a reagire è stato l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, secondo cui “il discorso di oggi del Papa è stato deludente”. “Non si può parlare con le stesse categorie di aggressore e vittima, stupratore e stuprato – ha detto – Come è possibile citare una degli ideologi dell’imperialismo russo come vittima innocente?”. Ieri sera, quella che sembrava una pubblica censura si è trasformata in qualcosa di più. Il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, infatti ha convocato il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas, per presentargli tutta la “delusione” di Zelebsky e soci. “Abbiamo studiato attentamente la citazione completa di Papa Francesco – ha detto il capo della diplomazia di Kiev – e, prima di tutto, abbiamo deciso di convocare il nunzio apostolico al ministero degli Affari Esteri per esprimere il disappunto dell’Ucraina sulle sue parole”. Si tratta di un caso senza precedenti. “Dirò con franchezza – ha aggiunto Kuleba – che il cuore ucraino è lacerato dalle parole del Papa. È stato ingiusto”.
Le tensioni Ucraina-Vaticano
Al centro dell’incontro tra le due diplomazie non solo il “caso Dugina”, ma in generale le relazioni tra papato e Kiev. Non è un mistero che l’asse Ucraina-Santa Sede non sia proprio così forte. Il Papa ha più volte condannato “l’abbaiare” della Nato ai confini della Russia. Si è detto scettico sull’invio delle armi nel Donbass. E non si è ancora recato in visita in Ucraina, cercando invece un dialogo con il patriarca Kirill noto sostenitore della “operazione speciale” russa. Il Ministero degli Affari Esteri d’Ucraina, infatti, al nunzio apostolico ha fatto notare che “dall’inizio dell’invasione” il Pontefice “non ha mai prestato particolare attenzione alle vittime specifiche della guerra, tra cui 376 bambini ucraini morti per mano degli occupanti russi”. Ecco perché Kiev spera che “in futuro la Santa Sede eviti dichiarazioni ingiuste che causano delusione nella società ucraina”. Difficile immaginare che lo sperato viaggio papale a Kiev possa avverarsi nel breve termine.