Non dare la mano a Vittorio Sgarbi nelle vesti di sindaco non è reato, certo. È soltanto stupido. La vera immagine del 25 aprile appena concluso è quella del presidente dell’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani di Viterbo, che si rifiuta di dare la mano a Vittorio Sgarbi. Dico a Vittorio Sgarbi, cioè a un istrione libertario-libertino che da una vita si batte per le cause più strane e a volte più perse di ogni colore, genere e grado.
Sgarbi, verrebbe da dire, non è di nessuno. È un patrimonio, non dico dell’umanità, ma certamente della nostra comunità, con il quale a turno tutti noi che in qualche modo li giriamo intorno, abbiamo almeno una volta litigato e tante altre condiviso e ammirato i suoi colpi di geni. E allora perché non stringergli la mano? Le risposte potrebbero essere tante ma una è la più convincente: l’ignoranza.
Già, quello pseudo-partigiano è il prototipo vivente della capra a cui spesso il critico fa riferimento quando il dibattito si scalda. Ricordate no? “Capra, capra, capra, sei una capra, zitto, capra più ignorante delle capre”. Sì, da ieri abbiamo pure il partigiano capra, specie che non conosce le regole della democrazia e dell’educazione e che essendo per l’appunto capra si rifiuta di studiare. E lui, di fronte a un gigante di cultura e libertà, sa solo ritirarsi nel nulla dal quale era sbucato.
Quello, capra, è una specie di partigiano assai più comune e diffusa di quanto si possa pensare, ma è solo lui che carico di giudizi e pregiudizi, è convinto di avere la verità in tasca, l’unica verità possibile, la sua, e che tutte le altre debbano essere messe al bando. Essendo capra, gli sembra sia possibile risolvere tutto sventolando la Costituzione, ma ignora pure che proprio lì dentro nella Costituzione c’è scritto esattamente il contrario di ciò che lui pensa in quanto a parità di dignità di tutti i cittadini, a prescindere dalle loro idee e dalle loro fedi. Ma lui viene prima anche della Costituzione, si sente più avanti e coraggioso, più avanti addirittura del Presidente Mattarella e di Papa Francesco, di quegli uomini insomma che dall’alto del loro potere la mano la stringono a chiunque la porga. Figuratevi a Vittorio Sgarbi.