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Il patto segreto Draghi-Di Maio per garantirgli una poltrona

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Sarebbe Mario Draghi il regista occulto dell’operazione che dovrebbe portare Luigi Di Maio ad accomodarsi su una super poltrona in Europa. Dopo il deludente risultato elettorale che lo ha estromesso da Montecitorio, l’ex ministro degli Esteri sarebbe infatti in pole per la nomina a Commissario al Golfo. A sponsorizzare Giggino con l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, mormora Affaritaliani.it, sarebbe stato nientepopodimeno che Mario Draghi. Il motivo? La fedeltà incondizionata che in più di un’occasione Di Maio ha dimostrato nei confronti dell’ex premier. Più precisamente, il futuro incarico europeo che dovrebbe ricevere l’ex capo politico dei Cinque Stelle sarebbe figlio di un patto segreto che quest’ultimo avrebbe a suo tempo stipulato con Draghi.

Dopo aver lasciato il Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio aveva fondato Insieme per il Futuro, una nuova forza politica, poi rivelatasi elettoralmente inesistente. A cosa serviva il contenitore politico fondato dall’ex ministro degli Esteri? Semplice: a salvaguardare Mario Draghi dagli attacchi di Giuseppe Conte. Sì, perché nella speranza di bloccare l’emorragia di consensi che stava logorando il suo Movimento, Conte si era messo in testa di far cadere Draghi e andare al voto. Così, nel tentativo di soccorrere l’ex numero uno della Bce, il ministro Di Maio si era prontamente adoperato per creare le condizioni per lasciarlo ben saldo a Palazzo Chigi. Ed è allora che prese vita Insieme per il Futuro, con 65 parlamentari pronti a tutto pur di salvare il governo (e la poltrona).

Ma le cose andarono diversamente. Nonostante la fiducia ottenuta in Parlamento, Draghi decise comunque di staccare la spina all’esecutivo cogliendo di sorpresa lo stesso Di Maio, che non si aspettava la caduta del governo e il conseguente scioglimento delle camere. A quel punto, Giggino decise di correre ripari e stipulare un’alleanza elettorale con Bruno Tabacci. Nacque così Impegno Civico, con l’obiettivo dichiarato di provare a spuntarla nuovamente ed ottenere un seggio in Parlamento attraverso un accordo elettorale col Pd. Tentativo tuttavia fallito miseramente.

Game over dunque per Giggino? Non proprio. Perché il patto segreto Draghi-Di Maio conteneva un’ulteriore postilla: laddove tutto fosse andato male (come accaduto), l’ex capo della Bce si sarebbe comunque impegnato per ricambiare il favore a Luigi Di Maio. Ecco dunque che alla prima occasione disponibile Mario Draghi non ha minimamente esitato a fare il nome dell’ex ministro degli Esteri a Josep Borrell per garantirgli una poltrona (e che poltrona!) nonostante il flop elettorale.

Salvatore Di Bartolo, 16 novembre 2022

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