In tutto questo, Giorgetti, fresco di nomina a responsabile esteri del Carroccio, non sta pensando a Palazzo Chigi bensì, spinto dalla classe di governo del nord della Lega e da una parte di Forza Italia, a creare una forza moderata di centro che, lungi dallo scimmiottare lo scudo crociato, interpreti quei valori liberali e riformatori che Salvini non può, da solo, impersonare. E, in queste ore, l’ex sottosegretario sta proprio facendo una mappatura di quei consiglieri comunali e regionali eletti un po’ in tutta Italia nelle liste civiche, con cui portare avanti questo progetto. Tornando, insomma, a comporre quel centrodestra a quattro gambe di berlusconiana memoria.
Sempre che Giorgetti, l’esponente più dialogante della Lega, molto ben visto nei Sacri Palazzi anche come frequentatore assiduo della messa mattutina di monsignor Andreatta in Piazza della Pigna, riesca a domare la Bestia e i protagonismi dei singoli. Chissà che non sia questa la volta buona.
Luigi Bisignani per Il Tempo 2 febbraio 2020