Proprio alla vigilia della manifestazione organizzata dal Movimento Cinque Stelle a Roma, a cui aveva partecipato anche il segretario Elly Schlein, avevamo parlato di un Pd letteralmente nel caos. Con il senno del poi, possiamo dire d’esser stati fin troppo benevoli con i dem. Il Partito democratico non solo si trova nel caos più totale, ma assume sempre più i tratti caratteristici di un ordigno pronto ad esplodere da un momento all’altro.
A fungere da detonatore potrebbe essere stato l’intervento sconsiderato al corteo romano del solito Beppe Grillo. Le espressioni utilizzate nell’occasione, e l’atteggiamento come sempre sopra le righe e alquanto provocatorio del comico genovese, hanno infatti causato non pochi mal di pancia tra le fila dem. E, per di più, hanno messo in fortissimo imbarazzo la segreteria del partito, sempre più propensa ad instaurare una stabile alleanza politica con i grillini.
Le “brigate di cittadinanza” e i “passamontagna” evocati da Grillo, proprio non sono andati giù all’ex candidato presidente e assessore alla Salute della Regione Lazio Alessio D’Amato, il quale, dopo aver ascoltato il discorso del guru pentastellato, non ha esitato un attimo a rassegnare le proprie dimissioni dall’Assemblea Nazionale del Pd. Un grave errore politico, secondo D’Amato, quello commesso dalla Schlein, rea di aver preso parte alla manifestazione dei Cinque Stelle, e aver così prestato il fianco ai deliri di Beppe Grillo. Un errore inaccettabile, che un D’Amato, che sostiene di non trovarsi più a suo agio con il nuovo corso dem, non può e non vuole perdonare. Troppo grossolano, per chi si propone di guidare un partito con la storia e la cultura del Pd. E troppo violente le frasi pronunciate da Grillo perché il Partito democratico possa ancora seguire la linea politica del Movimento. L’unica soluzione praticabile per Alessio D’Amato sono dunque le dimissioni, irrevocabili, prontamente presentate al Presidente dem Stefano Bonaccini.
Un addio senza dubbio molto pesante quello dell’ex assessore della giunta Zingaretti. Che peraltro potrebbe non essere il solo. Secondo fonti interne di Base Riformista, infatti, se Elly Schlein dovesse intestardirsi e continuare ad inseguire Giuseppe Conte, una scissione all’interno del partito potrebbe concretizzarsi anche prima del voto per il rinnovo del Parlamento europeo. E in tal caso, a beneficiarne potrebbe essere proprio quel Matteo Renzi che, dopo la manifestazione di Roma, aveva parlato senza mezzi termini di “delirio dei 5Stelle” e di “Schlein che rincorre il corteo grillino”, invitando altresì i riformisti del Pd ad una riflessione: “Davvero volete finire così la vostra esperienza politica?”
Insomma, mentre Renzi continua ad alzare tiro ponendosi come unica alternativa possibile al centrodestra, il suo ex partito appare totalmente incapace di liberarsi dall’abbraccio mortale dei grillini. Sarà realmente scissione come sostiene l’ex rottamatore? Chissà. Intanto, il Pd si trova pericolosamente sull’orlo d’un esplosione
Salvatore Di Bartolo, 19 giugno 2023