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Il Pd è in crisi d’identità e la butta sullo ius soli - Seconda parte

E quindi? Perché il Pd insiste sullo ius soli, misura impopolare come poche altre? Perché guidato da statisti che non hanno paura di sfidare il popolo? Lo ius soli è piuttosto una battaglia di bandiera per ricompattare una sinistra completamente disinteressata ai temi che l’hanno caratterizzata, come il lavoro, e rifugiatasi in un socialismo umanitario che produce danni a tutti: agli immigrati che partono per un Eldorado che non esiste; agli italiani che si trovano a competere con una manodopera schiavizzata dai caporali, con il bel risultato che i salari si comprino ulteriormente. Poi c’è la versione più “complottista”: il Partito democratico vuole cambiare la base elettorale perché è stato scaricato dai lavoratori italiani. Non credo che i vertici del Pd siano così cinici e stupidi. Credo invece che faranno una leggina (come quella più volte discussa in questi anni) che cambierà tutto per non cambiare nulla e farsi un po’ di propaganda nei quartieri “per bene”. Negli altri invece arriveranno nuovi immigrati, invitati dal miraggio dello ius soli.

Alessandro Gnocchi, 30 settembre 2019

Di cosa stiamo parlando

In base alle leggi vigenti, si diventa cittadini italiani in modi diversi. Ecco i principali: se si nasce da almeno un genitore italiano; se si viene adottati da un italiano; dopo il matrimonio con un italiano; se si nasce in Italia da genitori non italiani (in questo caso, però, si può diventare cittadini dal 18mo anno di età); se si è stranieri regolari, dopo un certo numero di anni di residenza (10 per gli extracomunitari, meno in altri casi).

La discussione sullo ius culturae, la proposta di legge in materia di cittadinanza ripartirà giovedì prossimo alla Camera ma ha già sollevato le prime reazioni. Come quella di Salvini, che ha promesso che darà battaglia contro “la cittadinanza facile”. Ma cosa prevedono le norme sulla cittadinanza e come cambierebbero con lo ius culturae? Lo ius culturae, inserito nell’ambito dello ius soli, è stato al centro di un lungo dibattito in Parlamento nella legislatura passata, conclusosi con un nulla di fatto.

1. Ius soli, ius sanguinis e ius culturae: facciamo chiarezza

Ius soli, dal latino ‘diritto del suolo’ è un’espressione giuridica che intende l’acquisizione della cittadinanza come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul territorio di un dato Paese, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. Lo ius sanguinis (‘diritto del sangue’), indica invece la trasmissione della cittadinanza dal genitore alla prole (ad esempio, il figlio di un italiano è italiano). Lo ius cultarae, invece, prevede che può ottenere la cittadinanza il minore straniero, nato in Italia o entrato nel nostro Paese entro il 12esimo anno di età, purché abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli di studio o seguito percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali per conseguire una qualifica professionale.

2. Cosa dice la legge in Italia

In base alla legge 91 del 1992, chi è nato in Italia da genitori stranieri può diventare cittadino italiano al compimento dei 18 anni, a condizione che abbia mantenuto costantemente la residenza in Italia dalla nascita. Nel nostro Paese lo ius soli si applica anche in due casi eccezionali: per nascita sul territorio italiano da genitori ignoti o apolidi o impossibilitati a trasmettere al soggetto la propria cittadinanza secondo la legge dello Stato di provenienza, oppure se il soggetto è figlio di ignoti ed è trovato nel territorio italiano.

3 Come funziona negli altri Paesi

Quasi tutti i paesi del continente americano applicano lo ius soli in modo automatico e senza condizioni, come gli Stati Uniti, il Canada e quasi tutta l’America meridionale. In Europa viene concessa la cittadinanza per ius soli (per esempio Francia, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Germania) con qualche condizione. In Francia, ad esempio, il nato in territorio francese da genitori stranieri può ottenere la cittadinanza facendone richiesta purché sia vissuto stabilmente sul territorio dello Stato per almeno 5 anni. In Germania, vale di base lo ius sanguinis ma chi nasce nel territorio tedesco da genitori extracomunitari può diventare cittadino tedesco se uno dei due genitori ha il permesso di soggiorno da almeno tre anni e vive in Germania da otto.

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