Il Pd è una polveriera ma nessuno può dirsi sorpreso. Sin dalla sua nomina, Elly Schlein ha spaccato il partito, allontanando i potenziali elettori. Non è un caso che i dem siano più o meno alle stesse percentuali delle ultime politiche. A complicare ulteriormente il cammino ecco le elezioni europee. Non si tratta di un problema di programma, quanto di composizione delle liste. In altri termini, la criticità è rappresentata dalle poltrone. La deadline è fissata per il 28 aprile, ma i malumori sono palpabili.
A poche settimane dalla scadenza, il Pd non ha ancora deciso niente, ad eccezione della candidatura di Lucia Annunziata e Antonio Decaro al Sud. La candidatura della Schlein è un rebus, gli altri papabili sono in stand-by: c’è chi attende l’ufficializzazione della discesa in campo e chi invece si è proposto, ma non mancano i nomi tirati in ballo per questione di visibilità. Rientra nella categoria l’ipotesi Ilaria Salis: i dem sono pronti a piazzare la bandierina con la candidatura della maestra-attivista detenuta in Ungheria con l’accusa di aver aggredito due estremisti di destra.
“Candidiamo Ilaria Salis? Ma che stiamo diventando, Potere al Popolo?”, una delle stilettate circolate nelle chat dei parlamentari Pd . Come riportato dal Giornale, molti dem sono indispettiti dall’ipotesi e hanno evidenziato che la docente lombarda non è Enzo Tortora. La tentazione resta – la Salis è una donna ed è “esterna” – anche perché l’elezione a Strasburgo le garantirebbe la liberazione e l’immunità parlamentare, creando un caso di “grandissima visibilità e impatto umanitario” secondo Alessandro Zan.
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La tattica Schlein coniuga il diavolo e l’acqua santa, se così possiamo dire. Oltre all’attivista di estrema sinistra, è in lizza per un posto di rilievo in lista Marco Tarquinio. Secondo molti in casa piddina, l’ex direttore di Avvenire avrebbe idee troppo distanti dalla linea del Nazareno. Noto per le sue posizioni ultrapacifiste vicine a Papa Francesco, Tarquinio è finito nel mirino di Lia Quartapelle, che ha ricordato come il Pd sull’Ucraina abbia sempre votato a favore “dell’invio delle armi” a Kiev e in Europa si sia schierato per “lo sviluppo dell’industria europea della difesa”. Quindi ha evidenziato: “Tarquinio condivide il programma di lavoro che ci siamo dati per i prossimi anni?”. E ancora: “Il percorso delle candidature alle europee deve rispettare la natura di partito e il fondamento democratico della nostra identità. Se si vuole imporre un cambiamento di rotta politica, lo si faccia apertamente, con una discussione esplicita negli organismi di partito deputati, non con le candidature”.
La tensione è visibile a occhio nudo. A replicare alla Quartapelle ci ha pensato Graziano Delrio, volto di spicco del mondo cattolico all’interno del Pd. “Sarebbe un errore gravissimo non candidare Marco Tarquinio”, il suo parere affidato ai microfoni di Repubblica: “È un personaggio di assoluto livello, rappresentante di una sensibilità diffusa del mondo cattolico, sempre impegnato dalla parte degli ultimi, a partire degli immigrati. È davvero un valore aggiunto per le nostre liste, al pari di altri candidati civici. Una ricchezza”. Seguiranno aggiornamenti, ma una cosa è certa: il Pd è sempre più una polveriera.
Massimo Balsamo, 30 marzo 2024
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