Il Pd implode sulla sicurezza a Roma

Lo sgombero di viale Pretoriano spacca i dem: anche la segretaria Schlein su tutte le furie

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gualtieri roma

Clima rovente nel Pd, tutta colpa del dossier sicurezza a Roma. Ieri, infatti, è stato il giorno del blitz per “bonificare” le Mura Aureliane con lo sgombero delle tende a viale Pretoriano e Santa Bibiana, ma la mossa del sindaco Roberto Gualtieri ha scatenato il caos nel partito. Alla vigilia del Giubileo, l’intervento delle autorità – polizia municipale, polizia di Stato e operatori Ama – ha sollevato un putiferio, tanto da fare storcere il naso al Pd laziale e persino alla segreteria nazionale.

Lo sgombero è stato portato a termine per installare delle cancellate, mirate a impedire il bivacco dei senzatetto, soprattutto migranti e transitanti di origini africane, segnala Roma Today. Ebbene, secondo quanto ricostruito la politica – a parte qualche rara eccezione – non era stata avvisata del blitz. Nemmeno l’assessore delegata al sociale Barbara Funari, anche se la sala operativa sociale era sul posto per assistere le persone identificate  e sgomberate.

La rabbia della Schlein trova conferme nell’intervento della coordinatrice della segreteria Pd Marta Bonafoni, che ha parlato apertamente di “fatto grave e allarmante”, invocando risposte concrete nel rispetto delle persone che non hanno fissa dimora e che vivono per strada come unica possibilità: “Non è cacciandole che costruiremo un’alternativa degna di questo nome. Abbiamo, invece, bisogno di cucire e costruire coinvolgendo le associazioni, i movimenti, la società civile, le realtà che sul territorio operano ogni giorno. La speranza è quella che operazioni come quella di questa mattina non si ripetano”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Emanuela Droghei, consigliera regionale vicina al segretario laziale Daniele Leodori. “Non si sgombera mai senza una soluzione per le persone disgraziate che vivono per strada, senza una alternativa. Non è nella nostra cultura di amministratrici e amministratori democratici, non è la nostra storia”, il j’accuse che certifica la crisi al Nazareno. Attacchi, stilettate, frecciatine: diversi esponenti dem, da Nella Converti a Yuri Trombetti, hanno stigmatizzato chi ha esultato per l’intervento, riferimento neanche tanto velato al collega Mariano Angelucci, che ha salutato con soddisfazione lo sgombero. Insomma, una vera e propria polveriera, l’ennesimo disastro di una amministrazione nota più per gli annunci pomposi che per gli interventi concreti.

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L’opposizione è sul piede di guerra. Se M5s e la Lista Civica Raggi mettono nel mirino l’assessore Funari – rea di non essere al corrente dello sgombero –  i consiglieri comunali di SCE hanno stroncato l’iniziato come “un errore grave nel merito e nel metodo”. C’è un grande problema che si aggiunge alla già delicata del Pd: sì, perché i senza fissa dimora si sono semplicemente spostati di qualche centinaio di metri, occupando il quartiere di San Lorenzo. Un problema spostato e non risolto. Tranchant i consiglieri comunali Sandro Luparelli e Michela Cicculli: “Ancor più grave è che un intervento del genere crea caos nel caos scaricando il problema da un quartiere centrale a uno un po’ meno centrale, da un municipio all’altro, lasciando gli ultimi solo alle cure dei volontari e dei volenterosi, lasciando i municipi senza strumenti per curarsi di loro”.

Una figuraccia che qualcuno nel Pd proverà a minimizzare, ma niente verrà dimenticato. La gestione di questo sgombero traccia un solco all’interno del partito e rischia di rappresentare una pietra tombale per Gualtieri, che a oggi non ha ottenuto i risultati tanto promessi alla guida della capitale. La bocciatura più pesante è quella arrivata dalle associazioni, a partire dal Polo Civico Esquilino, che ha biasimato l’ennesimo “atto prevaricatorio di un modo di fare politica che sembra non conoscere più il significato di accoglienza e solidarietà e che agisce sull’onda di paure immotivate”. In particolare, il Pd è stato accusato di non sapere distinguere i bisogni delle persone dalla criminalità e di non avere alcuna aderenza con il territorio: “Sono settimane che pubblicamente si è chiesta l’apertura di un tavolo di concertazione con il Comune e con il Municipio sul tema dell’accoglienza, un tavolo che potesse rappresentare l’inizio di un percorso condiviso e costruttivo da compiere e costruire insieme, associazionismo e istituzioni. La richiesta è caduta nel vuoto e al contrario le operazioni di ostilità hanno subito una netta accelerazione”. Una Caporetto, in poche parole. Non ci resta che scoprire chi pagherà il prezzo di questa implosione…

Franco Lodige, 24 settembre 2024

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