Robe da manicomio

Il Pd “orgoglioso” di Speranza (e infatti perde le elezioni)

Il Partito Democratico vede la crisi. Ma ormai è già oltre: ha scelto i miti di riferimenti sbagliati

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Immersi come siamo nel teatro dell’assurdo, diventiamo assuefatti a cose che viceversa dovrebbero suscitarci repulsione. Il Pd, per esempio. Dice: è in crisi. Ma quale. Ma quale crisi. È alla misera politica, umana, etica, estetica. I suoi miti di riferimento sono lo psicologo Foti, condannato a 4 anni per disinvolture a Bibbiano, e che continua a sgorgare, insieme a Nadia Bolognini, ovunque ci siano casi di minori indebitamente sottratti, come a Torino. Poi c’è Mimmo Lucano, quello dell’altro immaginifico metodo, a Riace, già 13 anni e passa in primo grado, 10 e mezzo chiesti dall’accusa in appello. Poi c’è Cesare Battisti, il terrorista che resta vittima anche quando confessa 4 omicidi. Poi ci sono gli zanzarieri come Crisanti, imposto al Senato, cui l’ospedale di Padova ha rifiutato a muso duro le diecimila euro al mese di aspettativa con la seguente motivazione: se qui non fai un cazzo, se non ti fai più neanche vedere, di quali soldi vai cianciando? Poi c’è Roberto Speranza, l’ayatollah del greenpass: Repubblica bolla come populismo sanitario la ventilata abolizione di mascherine e vincoli in ospedale e tutte le porcherie ancora in piedi, quanto a dire che la fantomatica emergenza finirà quando vuole Repubblica, cioè il Pd, cioè mai. E Letta, segretario fallimentare quant’altri mai: “Rabbrividiamo, noi orgogliosi di Speranza”.

Ne hai ben donde! Ha mentito sul piano pandemico, non ha applicato quello vecchio, spacciato per nuovo, impedito cure tempestive, spinto i sanitari ad applicarne di letali, impedito le autopsie, manipolato l’informazione in senso terroristico, imposto mascherine folli, anche in auto da soli, anche per dormire, spinto i suoi consigliori, come Ricciardi, a esasperare le misure autoritarie, impostato, a mezzo Arcuri, una prima campagna vaccinale delirante, a suon di primule, importato, a mezzo D’Alema, respiratori cinesi farlocchi e dunque micidiali, tonnellate di mascherine ugualmente tossiche, dalla Cina, stretto sempre più, prima sotto Conte, poi sotto Draghi, le libertà elementari, impedito l’accesso ai bar, i centri commerciali, i teatri, dovunque, obbligato a viaggi in treno atroci, soffocanti, ricattato milioni di lavoratori con lo strumento più infame, il greenpass discriminante, inutile, assurdo, reiterato i lockdown per non far votare, per abituare la gente al controllo perenne, operato “per costruire una nuova egemonia di sinistra”, parole sue ancorché fatte sparire, spinto 60 milioni di cittadini-servitori alla stessa paranoia sua, unico sopravvissuto mascherato in Parlamento dopo quasi tre anni.

E poi? Poi tutta la narrazione salvifica crolla, i vaccini che non immunizzano, le case farmaceutiche che lo ammettono serenamente, le quattro, le cinque dosi, una per neutralizzare gli effetti dell’altra, ad libitum, i bambini come porcospini, le migliaia e migliaia di effetti collaterali, ma letali, i dati contraffatti, il mondo che ci ripensa, ammette, si scusa, solo Speranza che tira dritto, mantiene le sanzioni, gli obblighi, i divieti, la psicosi, le punizioni per i sanitari, le vessazioni per i vecchi nelle Rsa o ospizi che dir si voglia, il modello Italia il più disastroso al mondo, i 170mila morti ancora da accertare, cui si uniscono quelli post vaccino, le commissioni d’inchiesta che serviranno a niente ma già vogliono disinnescare.

E il Pd va orgoglioso di tutto questo? Contenti loro, contento Letta… Stanno ancora fermi alle domande sull’esistenziale segaiolo, dove va questo Pd, cosa è il Pd, che posto nel mondo ha il Pd; stanno ancora inchiodati alle questioni di lana boldrina, “ma rettore, rettora o rettoressa?”, per dire quella della Sapienza che si caga in mano per non dare contro i kollettivi tracotanti che considerano l’università “roba nostra”, come dice la diversamente intellettuale Ginevra Bompiani, onusta di scemenze rivoluzionarie a lei contemporanee.

Al Pd restano solo le cazzate monumentali e i cortocircuiti: la StampaRepubblica, giornale unico dei perdenti (lettori, anzitutto), spara senza timor di ridicolo: il contante serve a spacciare. Come no, tutti, dai narcos colombiani e messicani fino alle mafie italiane incassano cash a paccate, a vagonate. Senonché da una parte la sinistra considera mafioso, citofonare Saviano, il proibizionista che non vuole liberalizzare le droghe, dall’altra considera mafioso chi vuole liberalizzare il contante con cui si pagano le canne: si mettessero d’accordo. Tutto libero: il corpo, l’aborto, il fumo, il sesso, uniche cose da proibire: il contante e la scelta sui vaccini. Per riassumere, perché la faccenda è sottile: le droghe siano liberalizzate (e da liberali libertari, ci stiamo), però sia proibito il contante che le agevola. O santo cielo: che facciamo, le droghe di stato? Tutto regolamentato dallo Stato? Il Pd non è in crisi, è oltre la crisi, dove va il Pd? Direttamente al manicomio, dopo esser passato dal casino (senza accento). Ma non possiamo abituarci noi pure ai deliri in libertà di questi folli che coltivano idee che non condividono, come nella battuta di Woody Allen.

Max Del Papa, 29 ottobre 2022

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