Politica

Il Pd perde un altro pezzo: Schlein crea un partito estremista

Anche l’economista Carlo Cottarelli ha abbandonato il Pd, l’ultimo di una lunga lista dall’inizio della segreteria Schlein

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Altre preoccupazioni in casa Partito Democratico. Dopo i numerosi addii dall’inizio della segreteria Schlein, ora è anche il senatore Carlo Cottarelli ad abbandonare il partito. L’annuncio è arrivato ieri sera durante la trasmissione “Che tempo che fa”, il talk show di Fabio Fazio, motivando la decisione per “il disagio” che prova “verso il Pd di Elly Schlein”. Sarebbero già iniziati i contatti con il partito di Carlo Calenda.

Tra i primi dissenzienti della linea della nuova segretaria del Nazareno c’è stato Enrico Borghi, che lo scorso 27 aprile ha annunciato la propria uscita dal movimento per la “mutazione genetica” che ha subito il Pd: “Le prime scelte di Schlein rappresentano una mutazione genetica: da partito riformista a un partito massimalista di sinistra”. E ancora: “Ho posto i temi della sicurezza e della difesa, dei cattolici democratici, della necessità di una sintesi tra culture, ma le uniche parole chiare che ho sentito sono quelle sul sì all’utero in affitto”.

Poco dopo è stato il turno anche dell’eurodeputata Caterina Chinnici, la sfidante di Renato Schifani alle regionali dell’autunno scorso, che ha lasciato il partito lamentando lo scarso sostegno del suo partito. A ciò, si era preceduto l’ex capogruppo piddino in Senato, Andrea Marcucci, ora pronto a partecipare al processo di Federazione centrista in vista delle prossime elezioni europee.

Per approfondire:

In dissenso con Elly Schlein si menziona anche l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, nonché le deputate Marianna Madia e Lia Quartapelle, ormai da mesi protagoniste di un ciclo di seminari per “rispondere al vuoto del governo”, ma anche per fronteggiare la nuova segreteria: “Al prossimo test elettorale – ha affermato Madia – vinciamo non solo con il confronto tra leadership, non solo stando in piazza, non solo rispondendo con un governo ombra alle non proposte del governo, ma guidando l’agenda politica”. Tanti addii nel giro di pochissimi mesi. I rumors hanno riguardato anche il deputato Piero De Luca, che sarebbe pronto a lasciare anche se poche settimane fa ha chiaramente smentito l’opzione.