Quanto accaduto nelle ultime ore a proposito del caso che coinvolge Elon Musk possiamo utilizzare una sola parola: doppiopesismo. Andiamo per gradi. L’imprenditore sudafricano, ormai braccio destro di Donald Trump, ieri ha stroncato senza mezzi termini la magistratura italiana a proposito del dossier migranti e del piano Albania. Apriti cielo: accuse di ingerenza a pioggia da parte della sinistra, dell’Anpi e dell’Associazione Nazionale dei Magistrati, l’allarme per la tenuta della democrazia e castronerie varie. “Musk contro i giudici italiani”, l’apertura di molti giornali italiani. Siamo dei provincialotti, ha evidenziato Nicola Porro, ed è impossibile sostenere il contrario: non si parla d’altro che di questo.
Insomma, Musk non deve azzardarsi a mettere bocca sulle vicende italiane. Ok, il ragionamento potrebbe anche avere una sua coerenza. Se non si trattasse della sinistra ovviamente. Sì, perché Pd e compagnia cantante stanno attaccando mister Tesla per aver espresso una sua opinione sui giudici politicizzati, ma sono gli stessi soloni che mettono bocca ogni volta che c’è una sentenza sull’aborto negli Stati Uniti. Non è ingerenza? Non è una minaccia alla democrazia? Non ci inventiamo nulla, è sufficiente provare a cercare qualche commento dei compagni in concomitanza con le sentenze della magistratura a stelle e strisce.
Prendiamo uno dei casi più famosi, la sentenza della Corte Suprema del giugno del 2022 che annulla la sentenza Roe vs Wade che legalizzò l’aborto. Gli stessi che hanno puntato il dito contro Musk per aver “invaso il campo”, due anni fa pontificarono sulla decisione dei giudici americani. L’allora ministro della Salute Roberto Speranza non utilizzò giri di parole: “Cancella mezzo secolo di battaglie per i diritti delle donne, non dobbiamo mai considerare un progresso come acquisito per sempre, ma continuare a batterci ogni giorno perché non si torni mai più indietro”. Ingerenza? Andiamo avanti. Ecco Enrico Letta: “Vedo un furore ideologico della Corte Suprema che dice no alle donne e dice sì alle armi. Un ritorno indietro che genera sconcerto, alimenterà sofferenze e farà divampare conflitti. Da noi nessun ritorno al Novecento”. Ingerenza? Possiamo continuare con altri esempi, ma è meglio non mettere ulteriormente in imbarazzo la sinistra, che ci riesce molto bene già da sola.
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L’intervento di Musk ha spinto anche Sergio Mattarella a prendere posizione. “L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che “sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione”. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni” le parole del capo del Quirinale, che ricordano molto da vicino quelle proferite nei confronti dell’ex premier francese Elisabeth Borne, aspirante controllore della democrazia in Italia dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni del 2022. Ma anche in questo caso qualcosa non torna.
Ma perché il capo dello Stato non proferì parola nel 2016 quando Barack Obama fece campagna elettorale per il sì al referendum costituzionale di Matteo Renzi? E attenzione: non parliamo di un imprenditore vicino al futuro capo della Casa Bianca, Obama all’epoca era il presidente degli Stati Uniti d’America, non un privato cittadino. Due pesi e due misure? Una cosa è certa: tutta questa caciara sulle parole di Musk è esagerata. E la sinistra prima di puntare il dito dovrebbe contare fino a dieci…
Franco Lodige, 13 novembre 2024
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