Cronaca

Il piagnisteo dello Scanzi salta-fila - Seconda parte

Il gip ha archiviato il giornalista del “Fatto” che adesso vuole passare per martire nonostante fosse un finto caregiver

Scanzi dovrebbe soltanto ringraziare un Paese che non ha alcuna premura di sbarazzarsi di personaggi come lui – in qualunque altro posto al mondo avrebbe chiuso. Uno che ha offerto un voltafaccia imbarazzante sul Covid. Che è stato beccato a parcheggiare il macchinone nel posto dei disabili. Che è stato pizzicato a truccare foto di Salvini con Putin, tagliando i suoi amici Conte e Di Maio ugualmente presenti. Che ha sostenuto di voler vedere i novax cascare stecchiti come mosche mentre lui si rimpinza di birra e popcorn. Uno prosciolto da un gip, con indulgenza se non compatimento, ma con una censura morale inappellabile. E invece arriva a pretendere scuse che, al limite, dovrebbe chiedere a se stesso, allo specchio, l’unico posto possibile per lui.

Martire ingiustificato

Su questo sito abbiamo abbondantemente riferito delle informative dei carabinieri circa il pasticciaccio brutto della fila saltata: non serve tornarci, ma quelle note sono peggio che imbarazzanti: sono umilianti, o lo sarebbero per chi avesse a cuore qualcosa oltre l’immagine. A quanto pare non per il salta-fila, che, rimestando giurisprudenza ed etica, si atteggia a vittima, a martire, lo sport nazionale per chi ha la coda di paglia; manca solo che si paragoni ad Enzo Tortora, ma c’è poco da scherzare, succederà, succederà. E a questo punto il nulla diventa qualcosa, un prototipo, un paradigma sul quale è inevitabile soffermarsi, a prescindere dal protagonista. Non è importante che qualcuno caschi nell’impudenza, conta l’impudenza di per sé, l’incredibile che diventa vero. Almeno quello, unica cosa reale in una storiella che, a raccontarla, nessuno ci crederebbe. A nessuna latitudine.

Max Del Papa, 9 marzo 2022

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