Vittorio Colao ha consegnato il suo Report (stupendo il grafico di sintesi “Un’Italia più forte, più resiliente e più equa”) a Giuseppe Conte. A contatto con i Palazzi romani è subito evaporato in una nuvola di cipria. Chi è Colao? Il più bel curriculum italiano: Bocconi, Harvard, Morgan Stanley, McKinsey, COO Omnitel, CEO Rcs, CEO Vodafone (ultimo stipendio annuo 14 mln £). Lui possiede non solo “Vision” ma anche un raffinato linguaggio iconico-visivo che privilegia i processi ai prodotti, il software all’hardware, gli obiettivi all’execution, il consumatore al lavoratore. Insomma si pone nel solco della Storia.
I numeri dicono che il Paese è tecnicamente fallito, il Premier non sa che fare, anziché andare in Parlamento e dimettersi, cerca di guadagnare tempo, si becca i primi “buffone”. Allora che fa? Chiama un Consulente prestigioso per produrre un Report focalizzato solo sul “cosa fare”, volutamente senza un numero. Sarebbe toccato alla struttura burocratica dello Stato (longa manus del Deep State) implementarlo (leggi affossarlo), dopo che il Premier l’avesse fatto suo. Ma per farlo suo, Conte avrebbe dovuto decidere anche il “con chi”, il “come”, “con quali quattrini”, “in che tempi”.
Incapace di decidere che si inventa? Un ricevimento prolungato nell’incantevole cornice di Villa Pamphilj per chiacchierare, rilassati, del futuro del Paese con le menti più brillanti (raffinatissime?) su piazza (leggo dall’archistar Fuksas allo chef Farinetti). Nel frattempo, il “Virus” perde forza, i suoi fan non sanno che inventarsi per rinvigorirlo, i cittadini usciti dalla casa-prigione non vogliono tornarci, gli influencer sono affranti, i clinici prendono il posto degli scienziati, il plexigas è frastornato, non sa che fine farà, i ragazzi vogliono tornare a scuola (non sopportano più gli adulti). Nel frattempo, gli ignoranti abbattono le statue, cioè la Storia, i radical chic si inginocchiano (sembrano giardinieri), la magistratura sente odore di sangue, i compari cinesi sono sotto schiaffo, inchiodati persino dai satelliti, il mitico Oms sprofonda nel ridicolo. È la fine? A forza di parlarne a sproposito, la mitica resilienza italica ci sta abbandonando. La fuffa avanza implacabile.
Il Premier finge ancora che il Paese abbia un ascesso. Invece ha il cancro. Carl Gustav Jung sosteneva che “la vita umana è un esperimento dall’esisto incerto”. Tutto sta facendosi incerto. Il cancro o lo si estirpa o lo si trafigge con i dardi radiologici, altrimenti prima o dopo il paziente muore. Di cancro, non di Virus. Punto.
Riccardo Ruggeri, 11 giugno 2020
Zafferano.news