Esteri

Il piano di Macron per far fuori Melenchon

Il presidente francese uscito con le ossa rotte dalle elezioni non è del tutto fuori dai giochi

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La prima parte della sua strategia, fatta di accordi sottobanco e desistenze varie studiate ad hoc in chiave anti Le Pen lo ha premiato. Adesso, lo spericolato Emmanuel Macron è pronto a passare alla seconda fase del suo piano: spaccare il neonato Nouveau Front Populaire per isolare l’estrema sinistra di Jean Luc Melenchon. Se infatti in sede elettorale i voti di France Insoumise (prima forza del fronte popolare per numero di seggi) sono risultati fondamentali per avere la meglio sui lepenisti, una volta incassata la vittoria e con un esecutivo il più europeista possibile da dover formare, l’inquilino dell’Eliseo punta a relegare ai margini la sinistra più radicale.

Le posizioni dichiaratamente antioccidentali e antisemite del leader di France Insoumise, suscitano non poco imbarazzo nel presidente francese, che avrebbe già pronta una formula che gli consentirebbe di fare squadra con le altre formazioni politiche del Nfp e scaricare il mal sopportato Melenchon. La strategia politica di Macron non tiene minimamente conto di un possibile programma di governo su cui far convergere i potenziali alleati, ma si fonda solo ed esclusivamente sull’isolamento preventivo dei partiti più estremi, il Rassemblement National a destra, e la France Insoumise a sinistra.

I piani del presidente francese prevederebbero infatti la costituzione di un gabinetto di larghe intese fondato su un dialogo “sincero e leale” e su una maggioranza “solida e plurale” che sappia andare oltre le ambizioni dei singoli partiti. Un modo elegante per far passare il messaggio che la “ragion di Stato” vale molto più della volontà popolare, e per ignorare ancora una volta il voto dei francesi, relegando mestamente all’opposizione quei movimenti che hanno riscosso maggior consenso elettorale alle ultime legislative.

In sostanza, ciò che chiede Emmanuel Macron alle forze politiche “moderate” è l’ennesima grande ammucchiata (o più elegantemente un “rassemblement”, ma di fatto di quello si tratta) richiamata in nome del senso di responsabilità e dell’unità nazionale, utile a neutralizzare l’azione dell’Assemblea Nazionale e conservare tutto il potere nelle proprie mani. Il Re Sole si appresta così a rifilare l’ennesima “sola” al suo popolo, con buona pace di quel Jean Luc Melenchon, anch’egli evidentemente “solato”, che già pregustava la possibilità di diventare l’azionista di maggioranza del prossimo esecutivo.

Salvatore Di Bartolo, 12 luglio 2024

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