Questa maggioranza silenziosa, questa borghesia non elevata in aristocrazia politicamente corretta, anzi spesso polverizzata in precariato esistenziale, è l’incubo delle élite. Dei suoi giornali, delle sue tecnocrazie, dei suoi intellettuali, o di quel che ne resta. Buzzurri che non si scaldano per “l’identità di genere” o “l’accoglienza”, piuttosto sono angosciati dalle 300mila imprese spazzate via solo in Italia da quel flagello di nome 2020, il combinato disposto letale tra il Covid e la gestione iperstatalista e liberticida di esso.
Ultimo ma non meno grave, questa maggioranza silenziosa agli occhi del mainstream ha la pecca ulteriore di essere tendenzialmente italiana, europea e occidentale, di non vergognarsi per questo, e di non chiedere perennemente scusa al mondo. Non ci propina quell’incessante “singhiozzo dell’uomo bianco” in cui si è specializzata la nostra classe dirigente secondo Pascal Bruckner, la maggioranza silenziosa. Motivo in più per ripartire da essa: potrebbe non funzionare, ma è l’idea giusta. Forse l’unica.
Giovanni Sallusti, 30 maggio 2021