Il piano per la guerriglia che ha ispirato Black lives matter

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di Beatrice Nencha

Prima che la morte di George Floyd infiammasse gli Stati Uniti, qualcuno già stava seminando benzina per aizzare l’incendio sociale nella maniera più efficace possibile. Potremmo definirla una “preparazione”, con indottrinamento marxista, alla guerriglia urbana ai tempi del Covid-19. Dove il virus diventa  grimaldello per una via insurrezionale al rovesciamento dell’assetto sociale.

Sicuramente un canale, che corre agile sui social, per destabilizzarne l’impianto democratico in vari Paesi capitalisti, dall’America all’Australia al Vecchio Continente. È il 23 marzo 2020 – due mesi prima dell’agghiacciante omicidio dell’afroamericano George Floyd, soffocato dall’ex agente di polizia Derek Chauvin (appena riconosciuto colpevole di omicidio di secondo e terzo grado, ndr) il 25 maggio a Minneapolis, in Minnesota – quando su Facebook comincia a circolare un manuale di sopravvivenza ai tempi della pandemia, tradotto in una dozzina di lingue (tra cui giapponese, vietnamita, dialetti indù e arabi). Si chiama “Guida anarchica per sopravvivere al virus – Dalla pandemia alla guerra di classe”. Assodato il collasso del capitalismo, rapidamente mutato in totalitarismo, vi si delinea un’insieme di “strategie di resistenza”. Che potrebbero sembrare di pacifica “resilienza”, ma che presto virano in un incitamento a compiere ogni mossa per abbattere sistemi di potere dittatoriali.

La “Guida anarchica”

Nella guida si teorizzano tattiche di guerriglia anarchiche. Molto simili a quelle che, all’indomani dell’omicidio Floyd, metteranno a ferro e fuoco grandi metropoli e sobborghi americani come Minneapolis, Chigaco, Washington D.C., Portland, da parte di movimenti estremisti come Antifa e Black Lives Matters. Da un anno dediti a incendi di stazioni di polizia, vandalismi, saccheggi, oltre che occupazioni di interi isolati urbani e proprietà private.

A diffondere la “Guida anarchica” è il gruppo CrimethInc, noto anche come CWC, che sta per “CrimethInc. Ex-Workers Collective”. Un network “decentralizzato impegnato in azioni collettive anonime” il cui slogan in homepage è “La vita è un amplesso tra Distruzione e Creazione”. E il cui statuto (a)sociale si può condensare in questa definizione: “Una rete internazionale di aspiranti rivoluzionari che si estende dal Kansas a Kuala Lumpur”, attiva da oltre vent’anni “senza l’appoggio di nessun finanziamento esterno o tendenze di mercato”. Tra le principali gesta per costruire “una via di fuga verso un altro futuro”, ecco alcuni titoli: “L’offensiva della Rivoluzione anticapitalista” , “Ciò che il lavoro ci ruba”, “Grecia, il nostro odio per la polizia ci unirà”.

Idee e slogan non distanti da quelli propagandati dai centri sociali, ma che si accompagnano a una metodologia di azione che nulla lascia al caso e nulla sembra avere di teorico. Anzi, si pone come un concreto progetto anarco-politico di assalto frontale alla società borghese e alle sue istituzioni rappresentative: dai monumenti ai centri commerciali, dai negozi ai commissariati di quartiere.

Creare dei gruppi di affinità

Suggestive le (contro)etichette usate dal CWC per fare proseliti sulla Rete: “CrimethInc è un’alleanza ribelle — una società segreta impegnata per la diffusione dello “psicoreato”. È una fucina di cervelli che produce idee e azioni provocatorie. Chiunque può essere CrimethInc. – potrebbe essere il tuo vicino di casa o la persona seduta accanto a te sull’autobus. Tu e i tuoi amici avete già dato vita a un gruppo di affinità, il modello organizzativo più adatto a intraprendere tattiche di guerriglia, pronti a scendere in campo per combattere tutte quelle forze che minacciano la vostra libertà”.

E quale circostanza migliore di una pandemia endemica per distruggere il moribondo sistema capitalista? Nella Guida vengono indicati degli step precisi, che già a marzo 2020 – mentre il mondo brancolava nel buio sulle origini e sugli effetti del Coronavirus – sembrano anticipare con minuzia alcuni scenari futuri: “La situazione attuale potrebbe continuare per mesi: coprifuoco improvvisi, quarantene incoerenti, condizioni sempre più disparate – anche se a un certo punto, quando le tensioni al suo interno degenereranno, quasi sicuramente muterà forma”. Per prepararsi alla “sopravvivenza”, gli autori del pamphlet digitale consigliano una serie di mosse. La più importante delle quali è creare “un gruppo di affinità”. Ovvero “un gruppo di persone di cui ti fidi”, con cui condividere “tutti i fattori di rischio”, primo elemento basilare dell’organizzazione anarchica.

Creare una rete di mutuo aiuto

“Devi essere collegato ad altri gruppi di affinità in una rete di mutuo soccorso, in modo tale che se uno venisse sopraffatto, gli altri potrebbero andare in suo aiuto”. In tempi di distanziamento sociale, il “gruppo” viene indicato quale forza di pressione e protezione da minacce esterne, attraverso cui “relazionarsi al rischio” e “sopravvivere alla crisi” imposta da governi totalitari: “Stiamo assistendo a decreti unilaterali del Governo che impongono divieto totale di viaggiare, coprifuoco 24 ore su 24, una vera e propria legge marziale e altre misure dittatoriali”. A corredo dei testi, inquietanti immagini e video con posti di blocco, perquisizioni, scontri di piazza con l’esercito e cariche di polizia in assetto antisommossa da pandemia. Alcune frasi che a marzo 2020 potevano sembrare pura paranoia, oggi sembrano (in)calzare determinati scenari sociali: “Tutto ciò sta accadendo con il tacito consenso della popolazione. Le autorità possono fare praticamente tutto nel nome della protezione della nostra salute fino ad arrivare a ucciderci”. E ancora: “Quando la Polizia costituisce l’unico ente sociale in grado di riunirsi in massa, non possiamo far altro che descrivere il tipo di società in cui viviamo con il termine “Stato di polizia”.

Il volto nuovo della dittatura

Come sarà il nuovo ordine sociale dominante, il cosiddetto New Normal? Ecco come lo vedono gli anarchici: “Stiamo muovendoci velocemente verso un futuro in cui la classe privilegiata connessa digitalmente eseguirà il lavoro virtuale in isolamento, mentre un massiccio Stato di polizia la proteggerà da una classe inferiore sacrificabile, che si assume la maggior parte dei rischi. Il miliardario Jeff Bezos ha aggiunto 100 mila posti di lavoro ad Amazon, prevedendo che la sua azienda farà chiudere bottega a qualunque negozio in qualunque parte del mondo”. Un ordine globale scandito da escalation di proteste collettive e riforme provvisorie, “in uno Stato di cui nessuno può immaginare di fare a meno nella misura in cui viene visto come il protettore della nostra salute. In effetti, è lo Stato stesso la cosa più pericolosa per noi (…) se vogliamo sopravvivere, non possiamo solo chiedere politiche più eque: dobbiamo anche delegittimare e minare il potere dello Stato”. Negli Stati Uniti, per minare questo potere i movimenti di protesta sono partiti dall’attaccare, delegittimare e chiedere di definanziare le forze dell’ordine e in particolare la polizia, accusata di discriminazione razziale ma anche unico baluardo tra il cittadino e il caos.

Strategie di resistenza

In questo paragrafo figurano alcune misure radicali da attuare tra cui, per primo, lo sciopero degli affitti: “A San Francisco, gli alloggi collettivi Station 40 hanno dato l’esempio dichiarando unilateralmente uno sciopero degli affitti in risposta alla crisi”. Anche qui, la premessa sono le condizioni economiche della collettività nella (post)pandemia: “Per milioni di persone che non saranno in grado di pagare le bollette, questo fa di necessità virtù (…) Quest’idea si è già diffusa in molte forme diverse. A Melbourne, in Australia, la filiale locale degli industriali Workers of the World si sta impegnando a intraprendere uno sciopero degli affitti per il Covid-19. Rose Caucus sta facendo una petizione affinché vi sia una sospensione di affitti, mutui e pagamenti delle utenze durante l’epidemia. Anche gli inquilini di Chicago stanno minacciando uno sciopero degli affitti…”

Sciopero del trasporto

Dopo aver bloccato affitti e mutui, l’attacco va esteso ai mezzi di trasporto collettivi: “Centinaia di lavoratori dei Chantiers de l’Atlantique di Saint-Nazaire hanno scioperato ieri. In Finlandia, gli autisti degli autobus si sono rifiutati di accettare i soldi del biglietto dai passeggeri per essere tutelati dal contagio e protestare contro i rischi a cui sono esposti”. Ognuna di queste azioni collettive e proletarie delineate ha lo scopo ultimo di “sconvolgere il sistema nella sua interezza” puntando all’abbattimento della società capitalista.

Rivolte nelle carceri

Un capitolo delicato, questo, a fronte dei tumulti carcerari scoppiati a inizio pandemia in vari Paesi, tra cui l’Italia, che nel testo viene presa a modello: “Le rivolte nelle carceri brasiliane e italiane hanno già provocato diverse evasioni, anche di massa (…) Ciò può anche essere fonte d’ispirazione”. Tra i video linkati figura quello di Fanpage delle cariche di polizia contro gli anarchici fuori dal carcere di San Vittore in rivolta.

A corredo della Guida Anarchica, oltre a una serie di collegamenti ipertestuali che rimandano a esperienze rivoluzionarie locali e globali, figurano dei “consigli di lettura” tra cui Ten Premises for a Pandemic (Dieci postulati per una pandemia) e Monologo del virus, una selezione di filmati insurrezionali e una rassegna di articoli e podcast. Ma la cosa più preziosa è la rete di contatti con gruppi affini per “prendere ispirazione” e darsi “reciproco aiuto”. Hashtag di riferimento: #Covid19 e #CancelEverythingNow. Tra il New Normal e il Never Normal, si corre sul filo (pericoloso) delle rivolte civili. Sempre più coordinate e interconnesse globalmente tra di loro, esattamente come le pandemie.

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