È quindi necessario che l’Europa faccia l’Europa e l’Italia la sua parte. Altrimenti perderemo di competitività e soprattutto avremo, oltre al danno di aver perso un mercato importante come quello russo, la beffa di essere insignificanti in uno scenario mondiale in cui contano solo le Americhe, da un lato, e l’asse Cina-Russia, dall’altro. Non va neppure dimenticato che in questa guerra folle, Putin può contare sull’appoggio di nazioni dell’Asia e dell’Africa, del Venezuela ma anche, moralmente per il suo punto dì vista, della Chiesa Ortodossa che sta trasformando “l’operazione speciale militare” “Russkiy Mir” in una crociata a difesa della cristianità.
Gli italiani non tarderanno a capire che, oltre alle sanzioni, abbiamo un problema di governo che pensa di gestire una situazione economica drammatica rinviando problemi non procrastinabili. Draghi, più che cercare vie di fuga verso la Nato comportandosi da yankee, “non si disunisca”, per dirla alla Sorrentino, e per salvare l’Italia torni a fare soprattutto quello che sa fare: l’economista che guarda lontano.
Luigi Bisignani, Il Tempo 27 marzo 2022