Richiamandosi al “cuore”, Grillo non ha fatto però che accettare il terreno di gioco imposto da Conte, che in conferenza stampa alle ragioni del “cuore” aveva chiesto ai grillini, appellandosi a loro direttamente, di opporre, o almeno affiancare, le ragioni della testa. Ora, a parte il fatto che i grillini la testa la usano generalmente poco, per capire il senso delle parole dell’ex capo del governo non bisogna pensare a sottili ragioni politiche o strategiche. Da questo punto di vista, si vede solo fumo, confusione e vaghezza, da una parte e dall’altra. More solito. La testa a cui si è appellato l’arcitaliano professore “miracolato” era quella del bottegaio: la ragione calcolante che impone ai grillini di pensare con chi a loro convenga stare oggi per continuare a stravaccare in una delle due camere.
Tutto può perciò forse ancora succedere, compreso un ritorno in scena del “figliol prodigo” perdonato dal “papà” che non è affatto un “padre padrone”. Non vorremmo però che ancora una volta i grillini usassero male la loro sostanza grigia, lasciandosi abbindolare da promesse che poi nemmeno il parricida potrà mai rispettare. Alla circonvenzione di “incapaci”, quest’ultimo, con la sua allegra brigata casalinese, sembra essere particolarmente portato!
Corrado Ocone, 1° luglio 2021