Cronaca

Le parole di Francesco

Il pietismo del papa “no border”. Sui migranti Bergoglio sbaglia

Il Papa nega l’invasione: “Gli immigrati sono un dono”. Sembra il solito contro-canto al governo Meloni

© Aliaksei Skreidzeleu e shironosov tramite Canva.com

Il Santo padre torna a tuonare contro i pericolosi sovranisti: “I migranti sono doni”. Alla sessione conclusiva dei Rencontres Méditerranéennes a cui ha partecipato nel secondo giorno del suo viaggio apostolico a Marsiglia, il Papa rimprovera duramente l’Unione Europea davanti al presidente francese Emmanuel Macron e al ministro dell’Interno d’Oltralpe Gérald Darmanin, che ha accolto in modo entusiastico l’orazione papale – sebbene la scorsa settimana abbia annunciato che nessun migrante da Lampedusa avrebbe dovuto mettere piede in Francia. Anzi, Darmanin si è unito ipocritamente alla standing ovation che si è sollevata dalla sala.

Il discorso pronunciato stamattina ha confermato la preminenza del tema migratorio nell’agenda del pontificato di Francesco. Nonostante l’aumento esponenziale degli sbarchi a Lampedusa, il Papa ha smentito che il fenomeno sia un’emergenza tale da “far divampare propagande allarmiste”. Piuttosto, l’arrivo dei migranti sarebbe “un dato di fatto dei nostri tempi”, che richiede di essere gestito “con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà”.

Invasione? Non esiste

Già dalle scelte lessicali del pontefice si può scorgere una precisa matrice ideologica. Il Papa ha stigmatizzato con forza i termini “emergenza”, responsabili della creazione di un clima intollerante che, a suo avviso, porterebbe alla chiusura dei porti. “Chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza, cerca vita”, ha sostenuto Bergoglio. Ribadendo le sue quattro parole d’ordine sul dossier migranti, il Pontefice ha invitato gli europei ad accogliere, accompagnare, promuovere ed integrare.

Francesco è poi passato ad attaccare gli standard economici dei cittadini europei, da buon peronista. “Il criterio principale non può essere il mantenimento del proprio benessere, bensì la salvaguardia della dignità umana”. Bergoglio ha esortato a non considerare i migranti come “un peso da sopportare” ma come fratelli che in questo modo “ci appariranno soprattutto come doni”.

Sì all’integrazione, no all’assimilazione

Dai “migranti come doni” alla critica al modello assimilazionista è un attimo. Secondo il Papa, il sistema dell’assimilazione culturale non tiene conto delle differenze e si atrofizza nei propri paradigmi, incrementando le distanze e provocando la ghettizzazione. Al contrario, andrebbe promosso il concetto dell’integrazione dei migranti. Bergoglio ha elogiato da questo punto di vista Marsiglia, definendola “una grande porta che non può essere chiusa”.

Quello francescano è un contro-canto tacito ma costante al governo Meloni. Le allusioni alle politiche open border non sono refrain casuali: richiamano un pietismo religioso che si scontra con la realtà. Quanto di più lontano dal pensiero del predecessore del gesuita Francesco, il Papa emerito Benedetto XVI, che sosteneva l’esistenza del “diritto di non migrare”.

Lorenzo Cianti, 23 settembre 2023