La sinistra parassitaria si direbbe terrorizzata: Giorgia Meloni ci va piano, non sposta niente, neanche una pianta in Rai ma loro non si fidano, temono la fine delle sovvenzioni di regime senza le quali sono niente. Due anni di abolizione democratica, di congelamento della Costituzione gli sono andati bene ma adesso eccoli ad agitare furiose code di paglia, tutta un’Annunziata di “cazzi”, di Cospiti, di vigilanza antifascista, di retorica strampalata e precotta nella quale la nostra Littizzetto non può non fare la parte della leonessa, spelacchiata ma sempre di presìdio attivo. Col ciambellano Fazio che la imbecca, le dà l’acchito.
Ogni tanto questa showgranny ci mette il suo: una volta giustifica quelli che hanno sparato in faccia a un’insegnante, ma erano solo gommini, un’altra volta copia di sana pianta un monologo altrui, adesso eccola sull’onda dei diritti negati che sarebbero la presunzione demoniaca di due dello stesso sesso che sfogliano un catalogo di uteri, ne scelgono uno, lo usano come fecondatrice, poi il miscuglio vitale viene tolto, riversato in un’altro utero, sempre ignoto ma poverissimo, che funziona da incubatrice e infine si presentano in Comune col frutto dell’amore per chiedere il bonus gravidanza e l’assegno di mantenimento. Di amore c’è niente, di titanismo democratico molto, di squallido utilitaristico tutto perché questi non sono diritti dell’uomo e del cittadino ma una moda per ricchi e capricciosi a danno dei miserabili. Cioè la sinistra di oggi e di sempre se non avessero voluto contrabbandarla per chissà che altro.
Siccome Littizzetto è pagata per distorcere, con la scusa della comicità, fa il suo pistolotto carico di imprecisioni e falsità retoriche: i bambini con due papà senza diritti – inventato, i genitori fantasma – pretestuoso, i Comuni che registravano regolarmente le coppie “omogenitoriali” ma “sono stati bloccati da una circolare”. Una circolare? Sì, del prefetto, ma imposta da un preciso orientamento giurisprudenziale, da ripetute pronunce della Cassazione in riferimento a una legge, la 40/2004 (art. 12, comma 6): “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”.
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È l’illegalità dei legalisti, la cultura degli analfabeti, giuridici e politici, l’approssimazione di quelli che si percepiscono come migliori non avendo o rimuovendo la coscienza dei propri limiti che sono colossali. Sicché per puntellare la menzogna si rende necessario il ricorso alle fiabe come quella letta dal ciambellano sui due bambini immaginari. Ecco, immagina: puoi. Non è buonismo, come viene definito, perché qui c’è se mai una ferocia nell’attaccamento al potere e nella bugia. Non è amore ma pretesa, tutto quel che si può fare ebbene che si faccia e poi ci facciamo la legge su misura. Ma se la legge non c’è non è colpa della Meloni, cui peraltro è grottesco chiederla, è che per 15 anni la sinistra di potere l’ha rimandata non sentendosi di perdere la sua componente cattolica che non è minoritaria.
Dire che l’amore non ha confini, appellarsi ruffianamente agli “amici governanti” non ha senso e non cambia la realtà che non muta neppure per il turpiloquio delle giornaliste cresciute, invecchiate nell’alone comunista con tutti i suoi cambi di ditta. “L’amore non è mai una minaccia” dicono i comici virati al tragico, del genere vaneggiante, ma cosa ci sia di amore nella pretesa faustiana di spremere la vita con alchimie chimiche, tecniche, noleggiando uteri con la donna intorno, sapendo queste donne in condizioni di estrema vulnerabilità o avidità, non si capisce. Meno ancora si capisce il libertarismo demoniaco alla luce di tre anni di ortodossia concentrazionaria.
E va bene che la sinistra, non solo in economia, si ritiene legittimata all’incoerenza, a disinteressarsi delle conseguenze, va bene che le sue letture fiabesche o guerrigliere restano invariabilmente votate a sicuro disastro, ma anche l’epoca delle parole vane, delle cazzate in libertà deve pure avere un termine: ci saranno delle colonne d’Ercole del ridicolo e dell’impune da non superare. Il bimbo Frankenstein non è amore, è il contrario dell’amore, è l’egoismo dell’edonismo, è la tracotanza e il delirio, uno come Nichi Vendola, da politico scomparso in cerca di rilancio, può arrivare a dire che anche San Giuseppe non era un padre naturale, che ha avuto un figlio non biologico dalla Madonna. Come no, la Sacra Famiglia è una notoria coppia “omogenitoriale”. Vendola è il solito dei “bambini come i violini, come le nuvole di Pasolini”, ma rilanciare sulla patafisica non pare una buona soluzione. Senza contare che al punto, incontrollabile ma truffaldino, in cui si sono spinti gli orizzonti della scienza e della tecnica, c’è sempre il rischio di ordinare un figlio assemblato come Zendaya e poi ti arriva a casa una piccola Lucianina.
Max Del Papa, 20 marzo 2023