Il tema natalizio di quest’anno sembra essere la censura. Che sia operata da politici poco accorti nei confronti di qualche cantante tatuato o da potenti algoritmi virtuali che bandiscono parole scomode come “Hitler” o “Mussolini” (anche se contenute nel titolo di un libro), poco importa. Ciò che la censura fa è proteggere dalla realtà. Impedire che essa si manifesti nei mezzi sui quali la censura opera. Un espediente assai antico e decisamente anacronistico, specie oggi al tempo della Rete onnipervadente.
Solo che oggi il potere censorio è ribaltato; anziché limitare la circolazione di un messaggio ritenuto scomodo, lo accresce. Lo potenzia e lo fa deflagrare. Il caso dell’affrescato cantante Tony Effe la dice lunga. Tutti guadagni mancati per il povero comune di Roma, meritevole come non mai di sprofondare ancora di più nell’abisso di ignominia in cui già si trova.
Censurare oggi significa dare forza ad un contenuto; ciò poiché nessuno ha davvero il potere di limitare un messaggio quando esso circola in ogni attributo della nostra esistenza. Persino su certi frigoriferi è possibile leggere le ultime news o ascoltare i demoniaci brani censurati. Tutto poi precipita nel ridicolo se pensiamo che alla censura si aggiunge anche una nota di femminismo benpensante, il peggio del peggio, l’orrore degli orrori. Che poi questo Tony Effe è pure un bel ragazzo! Potevano approfittare.
Ma il ridicolo è innocuo se rimane confinato. A dargli forza sono coloro che lo elevano, ignari ovviamente, a regola di vita, conducendo battaglie contro il niente solo in nome del sentirsi offesi. Oggi solo le offese meritano battaglie. Invece ciò che veramente sarebbe importante viene beatamente ignorato. Dunque, inabissiamoci ancora di più nel ridicolo per Natale e per un Capodanno casto e sobrio, senza Tony Effe. Che tanto va comunque a cantare i suoi sublimi versi da un’altra parte…
Francesco Teodori, 25 dicembre 2024
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