Dopo aver assistito all’osceno dibattito televisivo, in quel di Cleveland, fra Donald Trump e Joe Biden ho sputato un tweet: “Donald & Joe: due galline”. Mi sono subito pentito perché io amo profondamente l’America (so che è sbagliato chiamare America gli Stati Uniti ma non ci riesco, per me gli Stati Uniti sono l’America) e quei due vecchi signori rappresentavano banalmente le due Americhe, che mai come in questo caso mi sono sembrate in crisi, quasi sull’orlo della guerra civile. Quindi da amare ancora di più, perché nel mio vecchio cuore, America significa libertà, l’opposto dell’osceno politicamente corretto nel quale ruzzano i liberal delle due sponde dell’Atlantico.
Sudisti e nordisti
Nel dibattito, culturalmente uno rappresentava i “sudisti”, l’altro i “nordisti”. Se vogliamo essere più espliciti, uno “non attacca” i criminali suprematisti bianchi, l’altro “non attacca” gli altrettanto criminali antifa & Black Lives Matter. I primi protetti dai rep, i secondi dai dem. In realtà è sbagliato definire dem il partito della nazione al potere da un quarto di secolo (presidenze Clinton-Bush-Obama) perché questi comprende le élite sia dem, sia rep, cioè l’Establishment, e il suo braccio burocratico, il Deep State. Angelo Codevilla, con il suo mitico The Ruling Class, oltre un decennio fa, previde l’oscenità politico, economica, culturale, oggi dominante.
Pollaio di Walt Disney
Queste elezioni 2020 mi ricordano un cortometraggio animato Chicken Little del 1943, realizzato da Walt Disney, su richiesta del Presidente F.D. Roosevelt, che aveva lo scopo di combattere il nazismo, screditandolo, e diffondere un messaggio contro l’allarmismo interno, con il mitico slogan “Non credere a tutto ciò che leggi”.
Si racconta di un Pollaio felice, organizzato come un villaggio, con tanto di Sindaco (Cocky Locky), comari (la pettegola capo Henny Penny), intellettuali (il tacchino capo Turkey Lurky), i soliti ubriaconi (leader Ducky Lucky e Goosey Loosey), insomma un mondo pieno di vita, con tanti ritrovi per socializzare ricchi di alcool (il proibizionismo era ormai un ricordo). La quiete borghese del villaggio (globale) viene un giorno turbata dal predatore Foxy Loxy (come ovvio è Adolf Hitler travestito da volpe) che si palesa in continuazione alla periferia del villaggio. Costui opera secondo un manuale di psicologia scritto da lui stesso (ovvio il riferimento all’osceno Mein Kampf).
Foxy Loxy convince Chicken Little che “il cielo sta per cadere” e lo invita a diffondere la notizia nel pollaio, provocando così un’isteria di massa. L’isteria porta la metà di loro a nascondersi in una grotta-rifugio che Foxy Loxy aveva predisposto fuori dal villaggio, da raggiungersi secondo una segnaletica stradale da lui predisposta. Come ovvio quelli che credono alla propaganda si rifugiano nella grotta e vengono mangiati da Foxy Loxy. La sceneggiatura prevedeva che le bare (con gli ossicini di ciascuno) avessero la forma di croci uncinate, ma Walt Disney si oppose.
“Non credere a tutto ciò che leggi”
Torniamo al 2020. D’improvviso, la campagna elettorale viene stravolta dal Virus di Wuhan. Era nato, non dalla matita di Walt Disney ma nella casa di Xi Jinping, un personaggio dalle sembianze di pipistrello cinese, a volte sembra un cartone animato. Lo sarà? Il Virus fu scoperto da una dottoressa nella grotta di Shitou e arrivò, attraverso un percorso tortuoso, fino al Presidente Trump. La NSA (National Security Agency) scoprì che il pipistrello cinese aveva lo stesso DNA della vecchia volpe Foxy Loxy, anche se ora si chiama Húli zài (volpe in cinese). Anche lui ha un manuale di psicologia, scritto da lui stesso, per colpire i nemici (ovvio il riferimento all’osceno Libretto rosso).
Questa volta come finirà? Come ovvio, non lo so. La NSA tace, almeno con me. La validità dello slogan del Presidente Roosevelt “Non credere a tutto ciò che leggi” vecchio di ottant’anni è intatta. Gli americani voteranno come vorranno, io mi auguro solo che dopo la chiusura delle urne la metà di loro non finisca nella grotta dei pipistrelli. E che l’altra metà non si trasformi in kapò al soldo della volpe nazi-comunista Húli zài.
Riccardo Ruggeri, 7 ottobre 2020