Un tempo queste parole, a sinistra, erano considerate diaboliche: Schumpeter era accusato di essere l’ideologo della borghesia che voleva togliere il potere al popolo per consegnarlo a una oligarchia di responsabili. La paura di perdere è molta. Ma, in caso di vittoria, cito Dino Cofrancesco, “l’elitismo può diventare l’alibi di una prassi giacobina che rimodella, attraverso le leggi, i costumi di una società civile retrograda pur se elettoralmente maggioritaria”. Siamo tornati alle élite che guidano il popolo verso il progresso. Che il popolo lo voglia o meno. Il popolo ha per questo sempre ragione? Certo che no. Per questo, nelle democrazie liberali esistono giusti contrappesi e limiti espressi dalla legge. Ma noi siamo davvero una democrazia liberale?
Alessandro Gnocchi, 31 gennaio 2020