Il Porro d’Oro è meglio del Tapiro ma diventa ogni anno più difficile, più sofferto: come chiudere una stagione di notizie, di denunce e di cazzate illuminate da questa testata mentre le altre, come le stelle di Cronin, stanno a guardare o, peggio, le avvolgono nella stagnola del conformismo bugiardo? Il problema è che gli eroi crescono, crescono sempre, per quantità e per assurdità, vanno da destra a sinistra passando per un Vaticano sempre più disneyano, ogni anno che passa si rivelano sempre più fuori controllo.
Uno va per immagini, per flash: Fedez, l’amico degli ultras di san Siro, che fuma le canne in faccia a Vannacci il quale, possibilmente stordito, fa una croce con le dita che non si sa se è un esorcismo o il simbolo della Decima (che, francamente, a questo punto ha rotto le balle a chiunque non sia provvisto di fanatismo paleonostalgico a badilate). Minimo Severo Giannini, che fonda una chat come una comune anni ’70, per difendere ‘a democrazzia dar nazzifasscismo de la sora Meloni, ma resta a litigare da solo dopo che la chat gli è scoppiata in mano come una Gaza au caviar per l’egomania dei (pochi) partecipanti.
L’aspirante Rambo, o Rimba, Raimo che vuol menare i nazisti, che sarebbero tutti quelli che non gli vanno a genio, in totale aderenza a Ilaler Salis. Bergoglio, che come apre bocca vien giù Cristo e la Madonna. I sindaci quasi tutti a partir dal milanese Sala che appena vede una macchina che non sia la sua vorrebbe bombardarla, moltiplica i pani e i pesci delle piste ciclabili, manda i ghisa alla missione impossibile di multare chi fuma da solo nell’arco di un chilometro, in una riedizione del celebre inseguimento sbirresco al runner solitario in tempi di pandemia. Perché “il sogno di ogni politico è fondare una setta verticistica (chi l’ha detto?). E allora mettiamoci anche il codice Salvini, talmente inapplicabile da venire subito limato smussato ragionato prima ancora dell’entrata in vigore, se no basta una supposta a finire ai domiciliari senza patente e senza auto a vita (destra e sinistra non sono opposizioni, sono un uroboro).
Mettiamoci quello che vi pare, ministri decaduti con amanti invadenti, ministri supercazzolari forse senza amanti, imbrattacarte spacciati per martiri, ragazzi ricchi in felpa e pennarelli per i loro disegnini scrausi, organizzatore di festival contro la violenza sulle donne che chiamano l’amichetto apprendista pensatore alla vigilia di una condanna a 4 anni per violenze sulla donna, mettiamoci gli imbonitori, i fasulli filosofi, i maranza, i trapper da mala che, misteriosamente, invece che a san Vittore vanno a Sanremo, mettiamoci quello che vi pare, ma qui, come sapete, restiamo ligi al politicamente corretto, al woke che regola il sole e l’altre stelle, non si sa ancora per quanto, e allora abbiamo scelto per il podio tre donne, di sinistra, ricche. Tre tautologie in una.
Al terzo posto, pertanto, la cantante senza canti Elodie, la nostra Beyonce der Quartaccio, strappata da alcuni talent a un giusto destino da “cubbista”; dopo anni a rompere i maroni su cose che non capisce quali er patriarcato, er sessismo maschilismo fasscismo, l’omo bianco occidentale conzervatore (che ha da puzzà?), eccola svestita per il calendario più prestigioso, er Pirelli; con la seguente motivazione, giuro: “Lo faccio per le donne, contro il patriarcato”. E per un’altra barca di soldi, ma no, questo è irrilevante.
Posizione d’onore per Chiara Ferragni, un’altra che dalla vita non impara niente: ormai si è capita la sua specializzazione, l’autobeneficenza multitasking, usata anche per chiudere gl’imbrogli. Per non sbagliare, chiude l’annus orribilis con un video dei suoi, puro ferragnazismo doc, dove alterna lacrime da city life a prospettive delle chiappe e, fatalmente, parla di sé. Con che faccia, appunto. Chissà se gli sponsor ormai in fuga dalla disfatta ne saranno convinti.
Il primato assoluto, però, non può non andare alla immancabile, incorreggibile, indifendibile Ilaler Salis, dalla galera alla Bce. Ormai in rampa di lancio per il club dei milionari politici, disciplinata soldatina della Ue, salva la faccia, con ciò che ne consegue, con raffiche di proclami sovversivisti e trovate deliranti: oggi qui, domani là, una volta all’Askatasuna, centro sociale antagonista, un’altra davanti a un termitaio di palazzoni popolari che fan venire l’orgasmo solo all’idea di occuparli, la fuggitiva dal processo in Ungheria arriva ad oscurare le influencer di tutto il mondo, unitevi nel ridicolo: si spara una posa per incitare alla rivolta degli affitti, all’occupazione di sistema, sotto l’egida di una famosa compagnia immobiliare: “Cerchi un immobile? Elementare… Ilaria Salis punto it”.
Abbiamo una esponente europea che propaganda l’illegalità, nel silenzio e magari la complicità di tutti, dalle istituzioni alla plebe. Una cosa abbastanza oscena, nel suo infantilismo di genere, che avrebbe forse meritato lo stigma del Colle, il quale, in casi del genere, chissà come, è sempre fuori casa. Tanto mica gliela occupano, a lui. Sullo stesso tenore lo slogan a corredo: “Letterina a Babbo Natale: mai più gente senza casa, mai più case senza gente”. Quale Babbo Natale? Quello con la spranga invece dei regali? E quale gente? Quelli dell’Askatasuna, i balordi, gli abusivi e i violenti del mondo? E quali case? Certo non le sue, in Brianza o in montagna. A giovinò: questa Salis poesse manganello e poesse comica: oggi è stata ‘na comica. E allora ridiamo, tanto non resta molto altro da fare, mettila come vuoi ma hanno vinto loro, hanno vinto il Porro d’Oro, la vita dorata, l’impunità dei soldi, del potere, della sinistra, delle facce come il…
Max Del Papa, 31 dicembre 2024
Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).