Ancora odio nei confronti dei “talebani” no vax. Come se non bastassero le frequenti intemerate di politici e opinionisti nostrani ai loro danni, ecco che il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, ci aggiunge il carico pesante di cui si sarebbe fatto volentieri a meno. Intervistato dal Corriere del Veneto, ha addirittura paragonato chi non si fa il vaccino ai tagliagole afghani. E non è tutto.
Le parole del prefetto
“Sono prese di posizioni che prescindono dalla scienza e da qualsiasi ragionevolezza – ha detto il prefetto a proposito delle tesi no vax -. Sono posizioni ideologiche, sono gli stessi che 400 anni fa avrebbero mandato al rogo Galileo, perché la terra doveva essere piatta. Sono i nuovi inquisitori, i talebani di casa nostra, gente con la quale non si riesce ad avere un confronto. Adesso penso sia arrivato il momento di mettere un punto, non mi pare giusto che le sorti di un Paese dipendano da queste persone”.
Secondo Zappalorto, dunque, i no vax avrebbero mandato al rogo Galileo la cui teoria, però, aveva a che fare con la posizione del nostro pianeta e non sulla sua forma. E sarebbero i nuovi inquisitori, i talebani d’Italia. Parole molto forti, tanto più se pronunciate da un uomo di stato, che invece di provare a ricucire una grave frattura interna alla società, getta altra benzina sul fuoco.
Ma il prefetto non si è limitato a questo. Dalle colonne del Corriere lancia anche la sua personale proposta per salvare i bilanci della sanità pubblica e punire chi non si vaccina: “Io introdurrei anche un’altra misura – ha spiegato – : lo stato dà la possibilità a tutti di vaccinarsi gratis, se non lo fai, ti ammali e sei costretto ad andare in ospedale allora devi farti carico almeno di una parte del costo del tuo ricovero. Una sorta di ticket percentuale sulle spese sanitarie sostenute”.
Dunque i talebani no vax che si ammalano, secondo l’opinione di Zappalorto, dovrebbero pagare una tassa punitiva per aver scaricato le spese della loro ignoranza sulla collettività.
No vax capro espiatorio
Non c’è dubbio sul fatto che i no vax siano ormai diventati il nemico pubblico numero uno, il capro espiatorio di tutti i mali che affliggono la “salute collettiva”. Il “divide et impera” tipico della politica e di tutti coloro che in qualche modo devono sostenere la ragion di stato, ha raggiunto grazie a questo virus livelli forse mai visti prima. E il fenomeno sta diventando sempre più preoccupante. Ma ormai il dado è tratto: in questa guerra civile che ha preso il sopravvento rispetto a quella contro il virus, non si fanno prigionieri.
Certo, rimane il rammarico perché si poteva uscire tutti insieme da questa pandemia, non lasciando indietro nessuno. E invece no. Si è deciso volontariamente di sacrificare una parte di cittadini pur di salvare l’immagine dello stato “buon padre di famiglia” e le scelte della politica. Dunque da una parte i buoni, dall’altra i talebani no vax e no pass. Attraverso una semplificazione, per non dire mistificazione, della realtà che non può che lasciare sgomenti coloro che hanno ancora un briciolo di senno.
A un’ulteriore domanda dell’intervistatore sull’uso della mascherina all’esterno, Zappalorto risponde: “Penso si debba incrementare l’uso di misure di protezione. La si leva solo quando si sta mangiando”.
Quindi se si sta camminando da soli in un parco, secondo il prefetto, dovremmo tenere la mascherina a coprire naso e bocca. Per restare in tema religioso, questa interpretazione si avvicina di più forse al concetto di burqa che non a quello di un dispositivo medico usato seguendo la ragione. Chissà che cosa penserebbe Galileo a riguardo.