Per gentile concessione dell’autore, un estratto da “Croce ed Einaudi. Teoria e pratica sul liberalismo”, libro di Giancristiano Desiderio, uscito da poco per Rubbettino. Per una settimana, tutte le sere, sul nostro sito troverete un’anticipazione, un piccolo boccone del libro appena uscito. Ecco la prima puntata.
A ragione del fatto che per l’esistenza di una democrazia liberale l’idea più importante, quella a cui spetta il primato concettuale e morale, non è la giustizia ma la libertà. Croce non si stancò mai di dirlo, ridirlo e sottolinearlo perché sapeva, e sentiva intorno a sé, che proprio la giustizia si presta per sua natura a giustificare la nascita di politiche e di regimi autoritari sotto le mentite spoglie di un’idea sempre seducente come quella della giustizia e le sue alcinesche seduzioni. Per Croce – come diceva apertamente nella nota Problemi attuali in Scritti e discorsi politici – quello di una giustizia che rende il mondo costante e conformista e uguale come bocce di biliardo non è nemmeno una bella favola ma un incubo da cui stare alla larga.
La giustizia in una democrazia liberale è solo quella che si fa “caso per caso” ben sapendo che le varie risoluzioni alle quali si arriva possono cambiare perché, come si dice, ciò che è giusto in un caso può essere ingiusto in un altro. La democrazia liberale è tale anche e soprattutto perché non cede all’idea demoniaca che si possa neutralizzare l’errore e che si possa eliminare il male. La neutralizzazione dell’errore è la via che conduce all’orrore e la eliminazione del male è la via che conduce all’inferno.
Giancristiano Desiderio, Croce ed Einaudi (Rubbettino 2020)
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