Politica

Il problema non è il fascismo, è che la Segre non è un oracolo

La provocazione di Paolo Becchi

Liliana Segre e il pericolo fascismo © RapidEye tramite Canva.com

Di natura mi piace provocare, credo che aiuti a far riflettere. E questa è una provocazione liberale che non so se Nicola Porro accetterà di pubblicare. Ci provo.

Io non credo che oggi il pericolo in Italia sia il ritorno del fascismo, anche se qualche nostalgico dal braccio teso c’è, come del resto ci sono i nostalgici del pugno chiuso. Fascismo e comunismo sono però esperienze storiche che appartengono al passato. Il che ripeto non significa che non ci siano nostalgici di quelle esperienze.

Credo che il problema oggi sia piuttosto nelle ripetute esternazioni della senatrice Liliana Segre. E lo dico con tutto il rispetto che si deve a lei e alla religione da lei professata. Il fatto è che quando parla Segre in Italia, tutti devono tacere e darle ragione, perché altrimenti si rischia di passare per fascista. Il premierato “è una svolta autoritaria” ed ecco che allora tutti sono contro il premierato, perché con esso si ritorna al fascismo e fascismo e antisemitismo sono la stessa cosa.

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Tutto questo è a mio avviso deleterio. Segre si sente in pericolo perché qualche giovanotto del Fronte della Gioventù, o come diavolo oggi si chiama, si dichiara ancora orgogliosamente fascista? Ma suvvia è ridicolo.

Meloni è criticabile per un sacco di motivi sotto il profilo politico, ma puntare sulla vecchia storia del fascismo che riaffiora non ha alcun senso. Questo scontro ideologico tra fascismo e antifascismo oggi non ha più alcun senso. L‘antifascismo è the last refuge of scoundrels

di Paolo Becchi, 2 luglio 2024

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