Quarta Repubblica

Il prof Broccolo e l’enigma della terza dose: “Nessun beneficio, i dati non tornano”

I dubbi del virologo della Bicocca dopo aver letto i numeri dell’Iss per la fascia 12-39 anni

A osservare i dati dell’Iss, il virologo Francesco Broccolo ha scovato dei risultati incredibili: “Nella fascia 12-39 anni si osserva che i boosterizzati negli ultimi tre report dell’Istituto Superiore di Sanità si ospedalizzano di più rispetto alle persone vaccinate con solo due dosi”. I numeri portati a Quarta Repubblica dal professore dell’Università Bicocca sono i seguenti: tra dicembre e gennaio, se ogni 100mila individui con terza dose finivano in ospedale in 27-28, per quelli con due dosi da oltre 4 mesi il dato si fermava a 24-26 ogni 100mila persone. Questo cosa significa?

“La prima domanda che mi sono posto è come mai questa osservazione la si vede in questo particolare sottogruppo e non negli anziani?”, dice Broccolo. Quello che al virologo appare acclarato è che “il boosterizzato non ha un beneficio“, almeno tra i giovani. Come mai? Una ipotesi è che “i ragazzi sono quelli che hanno fatto delle vaccinazioni più ravvicinate rispetto ai 60-70enni e la letteratura di quest’ultima settimana ci dice che il booster non ha un’efficacia nella protezione dall’infezione, ma anche dalla malattia, nel paziente naive, che cioè non è stato infettato”.

Per carità, Broccolo è convinto che la vaccinazione sia stata assolutamente utile nella lotta alla pandemia. Il punto, sostiene, è ragionare sul fatto che il green pass rischia di portarci a fare molti booster. E bisogna dunque valutarne bene l’utilità. “Perché nella fascia 12-39 anni non c’è un beneficio? La letteratura ci dice che dosi ravvicinate portano a un fenomeno di anergia. In sostanza il sistema immunitario entra in un meccanismo di tolleranza e continuando ad essere stimolato inizia a non rispondere a quell’antigene: tre dosi ravvicinate non si erano mai fatte nella storia della vaccinazione”.

Per questo, sostiene Broccolo, se lui fosse stato il decisore politico prima di sottoporre al booster i ragazzi avrebbe aspettato. “Nella fascia 12-39 l’avrei fatta solo ai pazienti fragili – spiega – Francamente, vi sto dando una risposta molto sincera. È uscita una ricerca che dimostra proprio questo: il booster non ha senso fatto nei guariti. Un’altra popolazione che non prendiamo mai in considerazione: il guarito deve essere selezionato per un booster, dobbiamo valutare chi vaccinare e non boosterizzare ad occhi chiusi. Che è quello che stiamo facendo in questo momento”.

dalla puntata di Quarta Repubblica del 15 febbraio 2022

Aggiornamento 23 febbraio 2022. L’Iss ha pubblicato una risposta ad una faq su questa questione: leggi qui.