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Il Quirinale e lo scempio dell’energia “pulita”

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Sul Giornale di domenica 23 maggio leggo, a piena pagina, l’accorato articolo di Vittorio Sgarbi, ove il poliedrico personaggio punta l’indice contro alcune associazioni ambientaliste responsabili dello scempio del paesaggio, conseguente alla diffusione delle pale eoliche e dei parchi fotovoltaici. L’apprezzato critico d’arte le chiama «energie pulite», non perché necessariamente lo pensi, ma perché questo è il nome che la leggenda metropolitana ha loro affibbiato. Ma, nel dubbio che lo pensi o no, è bene che egli sia consapevole che non sono, quelle tecnologie, né energia e men che meno pulite. Lo abbiamo chiarito più volte in questo blog.

Per intanto, ci preme sottolineare un’altra cosa. La saggezza popolare non evita di rammentare qual è la parte del corpo del pesce non fresco responsabile del suo olezzo. L’olezzo che Sgarbi ha denunciato nel proprio articolo di domenica (ma in realtà lo fa, con coraggio, da diversi anni) è lo scempio paesaggistico, sebbene il paesaggio sia tutelato dall’articolo 9 della Costituzione. Il cui garante e custode sarebbe il Presidente della Repubblica, che è la testa del corpo del nostro Stato.

Parlare del Presidente della Repubblica è, nel nostro Paese, sempre molto rischioso, perché l’accusa di vilipendio, arbitraria o meno, è sempre in agguato. Proviamoci lo stesso, senza alcuna volontà di offendere nessuno, men che meno la Presidenza della Repubblica. La domanda è: stava Mattarella tutelando il paesaggio nel momento in cui egli apponeva l’ultima firma presidenziale alle leggi che, permettendo la diffusione di parchi eolici e fotovoltaici, quel paesaggio, almeno secondo l’apprezzato critico d’arte, hanno irrimediabilmente sfregiato?

Qualcuno, molto superficialmente, ha osservato – e Sgarbi non evita di citarlo – che la rete autostradale o, addirittura, quella degli acquedotti romani, avrebbero compiuto analogo sfregio. Peccato che gli acquedotti trasportano acqua e le autostrade persone e merci e, come si dice, bisogna a volte fare  di necessità virtù. Ma pale eoliche e pannelli fotovoltaici, per ragioni tecniche più volte spiegate, sono totalmente inutili.

Ne dico una per tutte. Il Paese al mondo che, in proporzione, ha maggiore fotovoltaico installato è la Germania: impegnando oltre 200 miliardi di euro e una superficie di oltre 2000 kmq, i tedeschi hanno installato 54 GW di fotovoltaico, che però producono 5 GW appena (il sole non brilla sempre!), che è il 9% dell’elettricità che serve ai tedeschi. Per produrre 5 GW elettrici, avrebbero potuto installare appena 5 reattori nucleari, impegnando meno di 20miliardi di euro e meno di 20 kmq di territorio. Il secondo Paese al mondo che, in proporzione, ha maggiore fotovoltaico è l’Italia, con la differenza che la Germania gli impianti fotovoltaici li produce, e il proprio disastro è lo specchietto per chi li compra. L’Italia è l’allodola che li acquista dalla Germania. Ma veniamo alle responsabilità di Mattarella.

1. Il Presidente sottoscrisse, assieme ad una trentina di suoi colleghi, l’esortazione affinché «tutti i flussi finanziari» fossero indirizzati alla cosiddetta transizione energetica. Hanno scritto, fatemelo ripetere, “tutti”.

2. Nel suo discorso di fine anno 2019, a poche settimane dall’avvento della pandemia, non ha mancato, il Presidente, di segnalare il cambiamento climatico quale prima emergenza planetaria.

3. E ciò fece nonostante alcune centinaia di studiosi lo avessero avvertito dell’insussistenza della emergenza climatica. Tra questi studiosi v’erano professori di geologia, di geofisica, di climatologia, di fisica dell’atmosfera; ex-rettori d’università, ex-presidi di facoltà, ex- presidenti della Società Italiana di Fisica, membri dell’Accademia dei Lincei.

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