2. Taiwan concentra la gran parte della produzione mondiale di semiconduttori, fondamentali per i Paesi atlantici nella fabbricazione di microchip. Non è un caso che Taipei vanti l’elaborazione dell’85 per cento dei semiconduttori più avanzati per le industrie tecnologiche, comprese quelle militari. Sin dall’inizio del proprio mandato, Biden ha cercato di incrementare la produzione interna, con piani anche di 50 miliardi di dollari, ma ci vorranno ancora anni affinché l’intero blocco occidentale possa staccarsi dalla dipendenza taiwanese.
La minaccia all’Europa
Nel frattempo, il regime cinese si affaccia anche al cuore dell’Europa. Notizia di pochi giorni fa è l’invio dei sofisticati sistemi aerei difensivi HQ-22 SAM alla filorussa Serbia, Paese che ha sì votato contro l’aggressione all’Ucraina in sede Onu, ma che non ha voluto sostenere l’Ue nelle sanzioni contro Putin. Nel piano strategico per una nuova Via della Seta, la Serbia rappresenta la tana industriale, mineraria e metallurgica della Cina in Europa, con un programma pianificato anche per la costruzione del collegamento ferroviario Belgrado-Budapest.
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, parla di “regolari forniture militari, programmate da tempo e non rivolte contro terzi”. Nel frattempo, però, il regime di Pechino continua ad allungare i propri tentacoli anche nel nostro continente. L’attesa della Cina lungo le sponde del Fiume Giallo, predicata da Confucio più di due millenni fa, pare sia giunta al suo termine. E l’Europa ne sarà la principale vittima.
Matteo Milanesi, 16 aprile 2022