I troll ribelli da divano accusano sempre i giornalisti di parlare senza fare: insomma, già esporsi di questi tempi è una lettera scarlatta, è finire nel braccio della morte della professione, comunque c’è del vero, spesso noialtri stiamo alla finestra; io, per me, vi dico come mi sto comportando io, passando mazzinianamente dal pensiero all’azione. Sono andato dal tabaccaio. A prendere le sigarette, perché sono un fumatore: per vizio e per dispetto contro questo fottutissimo politicamente corretto. Dal tabaccaio c’era uno laureato all’università del gratta e vinci che dietro la mascherina farfugliava: “Il coviddì… i positivi… dice che stanno tutti a morì…”. Sono partito come un missile sulla rampa di lancio di Cape Kennedy: “Lei! Sì, lei! Lei conosce uno, dico uno che sia morto di Covid negli ultimi 3 mesi?”. “Ma… Tutti… Dice il telegiornale… Tutti morti…”. “No! Me ne dica uno che conosce lei!”.
Aria di nuovo lockdown
Silenzio. Allora ho continuato: io di mestiere sono uno che osserva la realtà, cerca di capirla e cerca di spiegarla; voi siete quelli che la realtà la subiscono, liofilizzata e confezionata. Ora: se nel computo dei morti di coviddì debbono infilarci pure chi è affogato, chi si è impiccato, chi ha avuto un sinistro stradale, e perfino una vecchia di 98 anni “che poteva dare ancora tanto”, vuol dire che sono a corto di cadaveri. Il che vuol dire che mentono. Il che vuol dire che hanno qualcosa in mente. Bene: stanno per prorogare, di nuovo, lo stato di emergenza: serve a preparare il terreno per un nuovo lockdown (e qui il tabaccaio ha preso ad agitarsi). Chi lo decide? Formalmente Conte, in realtà Zingaretti. Che fa il segretario del Pd. E che schiaccia il Conte, visto che i grillini non esistono più.
Ora. Sapete dirmi che mestiere fa Zingaretti? Formalmente è un odontotecnico, in realtà ha sempre e solo fatto politica, è stato messo lì da un partito: perché deve essere questo qui a decidere della mia libertà? Perché il Pd non sa a che Cristo votarsi, non ha strategie, candidati, facce, non ha niente e deve prendere ancora tempo? (il tabaccaio sempre più a dimenarsi, il laureato del gratta e vinci con la mascherina ammosciata). Voi la vedete la televisione. E chi c’è in televisione da Fabio Fazio, che è uno del Pd? Chi ci va una settimana sì e l’altra pure: i soliti: Burioni, Capua, eccetera. E cosa dicono questi? Tutti la stessa cosa: “Ah, è la fine, arriva l’ondata, moriamo tutti, si muore al 60-70-120%”. E questi qui sono tutti nell’alone del Pd, tutti in attesa di candidatura, pensate solo a quello che è diventato assessore in Puglia, Lopalco. Solo che le loro previsioni a questo punto hanno lo stesso valore del gratta e vinci, perché non sono mai sorrette da elementi certi, è tutto un solfeggio di forse, probabilmente, sicuramente, va a finire che. A questa stregua, la loro parola contro la mia.
Mi sono acceso una sigaretta, ho preso fiato e sono andato avanti. “Ah, i positivi”, ripetono. Ma positivo non vuol dire malato e non vuol dire morto. Non vuol dire niente. Anche chi becca un raffreddore è positivo. Adesso, a novembre, quando arriva l’influenza, ci diranno che abbiamo 18 milioni di positivi? O diranno che anche l’influenza, che è vecchia quanto l’uomo, è Covid? I morti di influenza, decine di migliaia ogni anno, verranno scaricati sulla spoon river del coronavirus? Certo che sì, lo stanno già facendo. Nessuno si è mai sognato di voler debellare l’influenza, che cambia ogni anno, e il raffreddore, però pretendono di estirpare il Covid. Poi ci pigliano per il culo: dicono che bisogna eliminare il Covid, però col Covid dovremo convivere per sempre. Dicono che ci penserà il vaccino, solo che senza scaricare la app Immuni che ci controlla il vaccino non funziona, va’ un po’ a capire perché, però il vaccino non c’è e chissà quando ci sarà (domani, tra un mese, tra otto anni, mai).
Isteria da mascherina
Nel frattempo, non ci fanno vivere. Ci impongono un modo di sopravvivere che è semplicemente impossibile. L’impossibile esistere. Mi spiegate a cosa serve girare con la mascherina sotto al sole restando lontani sei metri? Non chiedono prudenza, pretendono isteria. Scardinano corpo e mente. Il mondo sterile, gli umani impacchettati come profilattici. Lo sapete chi era Glenn Gould? Era un grande pianista, però aveva la fobia del contagio, rifiutava ogni contatto, voleva vivere in una bolla sterile, le sue difese immunitarie piano piano sono crollate e l’ha ucciso il primo morbo che ha beccato. Ma lui non aveva più risorse. Ecco cosa ci aspetta.
Il tabaccaio, stravolto, ha tentato una tenue reazione vitale (non virale): “Ma io non posso permettermi un altro lockdown, io già sopravvivo a fatica, ci penseranno pure, questi, si porranno il problema…”. Ma quando, ho risposto. Guarda che al Pd di quelli come te, o come me, non gliene frega niente, anzi più ne muoiono e meglio è. Scusa, quando mai hanno fatto qualcosa? Hanno stanziato, per dritto o per storto, 100 miliardi a seguito dell’emergenza: per le imprese solo 6 e chissà dove sono andati a finire. Allora? Allora per loro, noi siamo ladri, evasori, dobbiamo pagare e dobbiamo pagarla. Loro hanno gli statali che li votano e quello che gli resta, poco, pochissimo, del mondo operaio, più i centri sociali e i trafficanti di clandestini. I soldi li danno a quelli.
Anzi, meglio se restano solo quelli, si chiama riproletarizzazione, è una brutta parola ma significa una roba molto semplice: tutti come in Cina, la Cina di Mao però, vedete come ci fanno il lavaggio del cervello con la bicicletta, ieri al telegiornale c’era un servizio demenziale su un sindaco che promette l’elemosina a chi si fa 50 km al giorno per andare e venire dal lavoro: sarà meraviglioso quando nevicherà. “È vero, sì, l’ho visto” hanno risposto a una sola voce il laureato del gratta e vinci, il tabaccaio e pure sua madre”.
Ecco, tenetelo presente, ho concluso. Allora il tabaccaio ha avuto un fremito di rabbia: “Io, se fanno il lockdown, col cazzo che resto chiuso!”. Bravo, ho ribattuto, tocca ribellarci tutti, ciascuno di noi, senza più alibi, senza mandare avanti un altro. Se no qui è proprio la fine, un’altra occasione non l’avremo. “Sì, si questo dobbiamo fare, io stavolta non mi fermo, non lo accetto” ha giurato il tabaccaio. Se poi manterrà o meno, è da vedere e non è proprio il caso di farsi illusioni, in ogni modo: missione compiuta. Sono passato dal pensiero all’azione. Sono un sabotatore delle false certezze di regime. Tra poco ricomincio, apostolato come non ci fosse un domani (e difatti non c’è), quella per la libertà è una lotta infinita. E così spero di voi.
Max Del Papa, 3 ottobre 2020