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Il report sulla libertà di stampa? Guarda tu il caso: chi “firma” il dossier

La stampa rossa se la canta e se la suona: ecco la surreale vicenda del documento (pseudo)europeo

meloni libertà di stampa italia

La libertà di stampa in Italia è sotto attacco. Dalla vittoria della destra, anzi delle destre che il plurale fa più terrore, l’informazione è stata sottoposta a un vero e proprio tsunami repressivo. Lo studio “Silenziare il quarto potere, la deriva democratica dell’Italia”, curato dal consorzio Mfrr, Media freedom rapid response, e co-finanziato (secondo qualcuno) dall’Unione europea non lascia spazio a dubbi: la libertà dei media è sottoposta a una pressione crescente, con attacchi e violazioni senza precedenti, spesso avviati da funzionari pubblici nel tentativo di emarginare e mettere a tacere le voci critiche.

Non siamo impazziti, ma abbiamo lasciato qualche speranza alla stampa di sinistra di averla data a bere. Lo studio esiste, sia chiaro, ma Repubblica e compagnia cantante hanno dimenticato di puntualizzare alcuni fondamentali dettagli prima di sciorinare le solite filippiche anti-Meloni. In primis non si tratta di un report europeo, ma di un consorzio che gode di finanziamenti della Commissione europea, che è nettamente diverso. Ma l’aspetto più clamoroso della vicenda riguarda i giornalisti e i politici ascoltati per la redazione del report.

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Andando ad analizzare l’elenco dei cronisti interpellati per il report viene il serio dubbio sulla neutralità e sull’oggettività dello studio. Da Matteo Pucciarelli di Repubblica a Ilario Lombardo de La Stampa, è il trionfo della stampa di sinistra. Immancabile la quota Fatto Quotidiano con Martina Castigliani, mentre il Domani ha schierato Francesca De Benedetti e Nello Trocchia. Insomma, non parliamo di giornalisti vicini al governo o quantomeno in una situazione di totale imparzialità, almeno da quanto emerge dalle linee dei rispettivi quotidiani, disposti a tutto pur di perorare le cause dell’opposizione. E ancora, per realizzare il report sono stati ascoltati volti delle istituzioni, anche in questo caso sono sufficienti due nomi per riassumere la linea: Ilaria Cucchi e Barbara Floridia, rispettivamente Avs e M5s. Non c’è bisogno di dire altro. È come chiedere un giudizio onesto sulla Juventus a un tifoso del Torino, né più né meno. Imbarazzante.

Quanto può essere affidabile quel documento che parla di Telemeloni, Rai politicizzata e vendita di Agi? Stupisce, inoltre, la tempistica di pubblicazione: appena 24 ore dopo la lettera scritta dal premier Giorgia Meloni alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen per denunciare gli attacchi pretestuosi e maldestri di chi sostiene che in Italia sarebbe a rischio lo Stato di diritto.

Basterebbe il buonsenso per zittire certe castronerie, soprattutto se legate a giornali e giornalisti che sfruttano qualsiasi stupidaggine per denigrare il centrodestra e dimenticano le notizie vere, i reali attacchi alla libertà di stampa. Non ci risulta, infatti, che Repubblica, La Stampa o il Domani abbiano speso mezza parola per la vergognosa decisione di Parigi di non rinnovare la frequenza sulla televisione terrestre al canale C8, considerato vicino a Marine Le Pen e ostile a monsieur Emmanuel Macron. Ma non ci sorprende, ovviamente…

Franco Lodige, 29 luglio 2024

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