Lo avevamo detto, non più di un paio di giorni fa. L’attacco di Hamas ad Israele rischiava, e rischia, di essere la miccia che scatenerà una nuova ondata di attacchi terroristici. Le chiamano “cellule dormienti”. A volte lupi solitari. Jihadisti che si radicalizzano sui social, acquistano un kalashnikov, salgono su uno scooter e ammazzano i primi che passano. Così, come se fossero bestie. Proprio come i terroristi di Hamas hanno sgozzato donne e bambini inermi nei Kibbutz.
Slayem Slouma, questo il nome online dell’attentatore di Bruxelles, ha ucciso due svedesi. È piombato con uno scooter i strada, ha seminato morte vestito di arancione e poi ha rivendicato il gesto su Facebook. “Sono un Mujahid dello Stato Islamico, che vi piaccia o no – scriveva – Viviamo per la nostra religione e moriamo per questa stessa religione. Ho vendicato i musulmani”.
Il suo gesto è legato a quanto accade in Palestina. Chiedeva nuovi interventi di Hamas. Pubblicava accuse contro Israele. Meditava vendetta per quando sta succedendo a Gaza, con le forze di Tel Aviv che si apprestano ad attaccare via terra. Ed è questo il punto. La sortita di Hamas sta riaccendendo la fiammella del terrorismo internazionale che con la fine dell’Isis si era quasi spenta. Una carneficina da 650 vittime che adesso rischia di tornare di nuovo con tutto il suo carico di orrori. Prima il professore sgozzato ad Arras da un ceceno. Poi i due allarmi bomba a Parigi. Adesso Bruxelles. L’Europa angosciata si chiede: chi sarà la prossima?
Franco Lodige, 17 ottobre 2023