Il ritorno del bipolarismo è una balla che fa comodo al Pd

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Da lunedì mattina circola una grande balla: quella del ritorno del bipolarismo. La dicono a sinistra, la dice Conte, ieri populista ora progressista, ma lo dicono anche nel centro-destra, se vogliamo continuare a utilizzare questa terminologia da Romero (il mitico regista della Notte dei morti viventi).

È una balla che è pure una truffa: quelli più smagati ovviamente non la bevono ma la sostengono per fottere l’avversario, che può essere anche del proprio stesso campo, e per ingannare gli elettori. Ma è anche una illusione: in cui cascano gli sprovveduti, che al solito sono la maggioranza.

Non credete alla grande balla. Per varie ragioni

Se con bipolarismo si intende una cosa seria, non è vero che dal 1994 al 2013 il sistema politico italiano lo sia stato: abbiamo sempre visto pezzi dei due poli che hanno impedito al proprio di governare e aiutato l’altro a vincere. L’unico vero caso di bipolarismo lo si è avuto nel 2008; guarda caso la legislatura che ha posto fine alla Seconda Repubblica e che ha prodotto un golpe postmoderno contro l’ultimo governo davvero legittimato dal voto degli italiani, quello guidato da Silvio Berlusconi.

Posta la refrattarietà del nostro corpo politico nazionale a diventare bipolare, dopo il 2013 è diventato almeno tripolare, a causa dei 5 stelle. Ora la fine dei 5 stelle dovrebbe far ritornare al bel tempo antico, che poi tanto bello non era, con i grillini ridotti al ruolo dell’Udeur dei tempi di Prodi, non a caso ricicicciato fuori. Ovviamente il bipolarismo vedrebbe un «centro sinistra» responsabile ed europeo contro una «estrema destra » pericolosa, quindi non legittimata a governare. Capisco che questo discorso sia sostenuto dai piddini ma se fossi in esponenti dello zombie centro destra, starei un po’ più cauto: l’ombrello di Altan è dietro l’angolo.

Ma ditemi voi come si fa a parlare di bipolarismo con il proporzionale. A parte il caso spagnolo, che pure è moribondo, laddove c’è il proporzionale non può esserci bipolarismo. Solo chi pensa che il principio di non contraddizione sia una fola può crederci.

Il bipolarismo del resto è finito in tutta Europa: persino in Uk la contrapposizione non è tra un center left e un center right, ma tra un labour di estrema sinistra e conservatori marcatamente spinti sulla destra, In Francia è tenuto artificialmente in piedi dal sistema presidenzialistico ma non sta tanto bene se nelle manifestazioni si gira con la riproduzione della testa di Macron infilata sulle cappe.

E se il bipolarismo è morto nei paesi che l’hanno inventato, da noi, che è sempre stata una cosa posticcia, dovrebbe tornare in auge?

La realtà è che chi pensa al ritorno del bipolarismo lavora per una palude proporzionalistica il cui centro sia il Pd, e attorno, di volta in volta, micropartitiini di «sinistra» o di «destra» a consentirgli di governare. e a vigilare il Quirinale dall’alto (o dal basso), vera Morte Nera a difesa del regime putrescente. Una specie di Quarta Repubblica francese, ma molto peggio. Che finì, ricordiamolo, con un tentativo di golpe, sventato solo da un De Gaulle. Che in Italia non abbiamo.

Marco Gervasoni, 28 gennaio 2020

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